Dimissioni del ministro Tria, il presidente di Confindustria da Sanremo: «Momento delicato, non è il caso»
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Vincenzo Boccia al Casinò fa il punto sulla situazione politica ed economica del Paese
Sanremo. «Non è auspicabile in questo momento così delicato che un ministro si dimetta». Così Vincenzo Boccia in merito alle voci che si rincorrono sulle possibili dimissioni del ministro dell’Economia e delle Finanze Giovanni Tria.
«Ho letto queste dichiarazioni, poi, mi sembra, smentite da Salvini. Non sono chiaramente auspicabili. E’ un momento delicato di confronto serrato con il Governo: è bene che si apra un confronto, sulla Manovra, in Parlamento e con il Governo», ha aggiunto il presidente di Confidustria al Casinò di Sanremo in occasione dell’Assemblea generale della sezione provinciale dell’associazione, focalizzando poi l’attenzione sulla situazione economica del Paese:
«Una procedura di inflazione comporterebbe danni economici all’Italia che dobbiamo evitare. Le regole (dell’Europa, ndr) che abbiamo accettato vanno rispettate. Mi sembra che il Governo sia aperto a trovare una soluzione. Ci sta lavorando il premier e noi confidiamo in questo». Ma affrontare le criticità legate a una possibile procedura di inflazione non basta.
«Superata l’emergenza – avverte Boccia – va attenzionato l’effetto sull’economia reale della Manovra economica. Bisogna quindi puntare alla crescita e anche cominciare a dibattere del futuro dell’Italia, dell’Italia che immaginiamo; un’Italia industriale, un’Italia con più occupazione, un’Italia con più inclusione dei giovani. Parlare della Manovra è andare anche oltre la Manovra».
E al riguardo, il presidente della Confederazione generale dell’industria italiana non ha perso occasione per parlare del crollo del ponte Morandi a Genova e l’avanzamento dei lavori a tempo “record”: «E’ un segnale importante che ci ricorda che la famosa questione temporale, cioè in quanto tempo facciamo le cose che diciamo di fare, è determinante. Vale per il ponte Morandi, vale per la Tav Lione – Torino. Spostare in avanti e non decidere in termini dilatori significa non aprire cantieri, non creare occupazioni, aumentare i divari e non realizzare gli obiettivi che il Governo si è posto».
(Con il contributo di Alice Spagnolo)