Ventimiglia, ordinanza “no slot”: la consigliera Acquista invita alla riflessione sui risvolti socio-sanitari

16 novembre 2018 | 12:54
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Ventimiglia, ordinanza “no slot”: la consigliera Acquista invita alla riflessione sui risvolti socio-sanitari

“Vuole riportare l’attività ludica del gioco entro i limiti responsabili e di protezione della salute e qualità della vita”

Ventimiglia. La consigliera-capogruppo Pd Patrizia Acquista interviene sull’ordinanza “no slot” introdotta dal sindaco Ioculano:

“Il ddl 13\9\2012 n. 158 (art.5) Decreto Balduzzi, ha riconosciuto l’importanza di inserire il Disturbo da gioco d’azzardo tra le dipendenze trattate dai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), con riferimento alle prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione rivolte alle persone affette da patologia di gioco compulsivo.

Tra gli ultimi atti legislativi va ricordato il decreto del Ministro della Salute del 20 maggio 2015, che, ai sensi della legge n. 190 del 2014 (legge finanziaria per il 2015), istituisce presso il Ministero della Salute, l’Osservatorio per il contrasto della diffusione del gioco d’azzardo e il fenomeno della dipendenza grave.

Da una ricerca condotta da l’Istituto Superiore di Sanità (Centro Nazionale dipendenze e Doping) su il “Disturbo da gioco d’azzardo (risultati di un progetto sperimentale) presentato al I Convegno Nazionale “Il gioco d’azzardo in Italia” tenutosi a Roma il 18 ottobre 2018 si evince quanto segue. Il disturbo da gioco d’azzardo è definito, nell’ultima edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, DSM-5), come un comportamento problematico persistente o ricorrente legato al gioco d’azzardo che porta a disagio o compromissione clinicamente significativi.

DSM-5: criteri diagnostici per il disturbo da gioco d’azzardo

A. Comportamento problematico persistente o ricorrente legato al gioco d’azzardo che porta disagio o compromissione clinicamente significativi, come indicato dall’individuo che presenta quattro (o più) delle seguenti condizioni entro un periodo di12 mesi:

1. Ha bisogno, per giocare d’azzardo, di quantità crescenti di denaro per ottenere l’eccitazione desiderata.

2. È irrequieto/a o irritabile se tenta di ridurre o smettere di giocare d’azzardo.

3. Ha fatto ripetuti sforzi infruttuosi per controllare, ridurre o smettere di giocare d’azzardo.

4. È spesso preoccupato/a dal gioco d’azzardo (per es. ha pensieri persistenti che gli fanno rivivere passate esperienze di gioco d’azzardo, analizzare gli ostacoli e pianificare la prossima avventura, pensare ai modi di ottenere denaro con cui giocare d’azzardo).

5. Spesso gioca d’azzardo quando si sente a disagio (per es. indifeso/a, colpevole, ansioso/a, depresso/a).

6. Dopo aver perduto denaro al gioco d’azzardo, spesso torna un’altra volta per ritentare (“rincorrere” le proprie perdite).

7. Mente per occultare l’entità del coinvolgimento nel gioco d’azzardo

8. Ha messo in pericolo o perduto una relazione significativa, il lavoro, opportunità di studio e di carriera a causa del gioco d’azzardo

9. Conta sugli altri per procurare il denaro necessario a risollevare situazioni finanziarie disperate causate dal gioco.

In Italia, secondo i risultati dello studio condotto dall’Istituto di Fisiologia Clinica del Centro Nazionale delle Ricerche (IFC-CNR), sulla base dei dati raccolti attraverso l’Italian Population Survey on Alcohol and other Drugs (IPSAD 2013-2014), che valuta tra l’altro il rischio di gioco d’azzardo nella popolazione adulta tra i 15 e i 74 anni, circa 17 milioni di individui hanno giocato somme di denaro almeno una volta negli ultimi 12 mesi precedenti l’intervista e di questi oltre 5,5 milioni sono giovani adulti tra i 15 e i 34 anni.

I risultati mostrano che poco meno del 15% dei giocatori presenta un comportamento di gioco definibile a basso rischio, il 4% un comportamento a rischio moderato e l’1,6% un comportamento di gioco problematico. Sono gli uomini a mostrare una prevalenza maggiore di gioco a rischio moderato/problematico rispetto alle donne (6% vs 4%). La proporzione di giocatori con profilo di gioco problematico fa registrare un lieve incremento nell’ultima indagine rispetto alle precedenti. I risultati dello studio condotto tra i giovanissimi tra i 15 e i 19 anni dall’IFC-CNR, sulla base dei dati raccolti in Italia utilizzando i riferimenti metodologici dello European School Survey Project on Alcohol and other Drugs (ESPAD®Italia, 2015), mostrano come il comportamento di Rapporti ISTISAN 18/5 gioco a rischio e quello problematico sia presente.

Il gioco d’azzardo patologico è classificato non più come un disturbo del controllo degli impulsi, ma come un vero e proprio disturbo da dipendenza, parimenti alle dipendenze da alcol e droghe.

Le persone affette da gioco d’azzardo patologico, infatti, presentano comportamenti e atteggiamenti tipici. Sono molto catturati da pensieri riguardanti il gioco d’azzardo, ripensano spesso all’esperienza di gioco e di scommesse passate indipendentemente dall’esito delle stesse, programmano ineluttabilmente nuove partite e cercano in tutti i modi di trovare il modo di procurarsi denaro per andare a giocare, hanno bisogno di aumentare sempre più la posta delle loro giocate per eccitarsi e coinvolgersi emotivamente, cercano inutilmente e prendendosi in giro di controllare l’attitudine al gioco d’azzardo, incrementando il loro stato di irritabilità e di tensione, dissimulano regolarmente alla propria famiglia, al sanitario di turno e a tutti gli altri i loro livello di coinvolgimento nel gioco d’azzardo compromettendo le loro relazioni, il loro lavoro, le loro performances scolastiche o le loro opportunità di carriera.

La mancanza di tutto questo scatena in loro una vera e propria sindrome di astinenza fisica e psicologica rappresentata da insonnia, tachicardia, sudorazione, facile irritabilità. L’analisi della letteratura scientifica degli ultimi anni sul disturbo da gioco d’azzardo, ha messo in luce e tracciato un fenomeno sanitario complesso, frutto di un ampio spettro di determinanti e di vulnerabilità individuali che affondano le loro basi nella biologia, nella psicologia e nelle caratteristiche culturali e socio-ambientali. I dati descrivono un disturbo che determina, nel giocatore patologico, diversi gradi di compromissione della salute.

Diverse evidenze confermano inoltre, l’associazione del disturbo da gioco d’azzardo con diversi altri disturbi psichiatrici, come i disturbi alcol-correlati e da altre sostanze, d’ansia, dell’umore e quelli del controllo degli impulsi. I dati raccolti dagli studi hanno anche evidenziato un aumento negli ultimi anni delle dimensioni del fenomeno e una percentuale ancora troppo contenuta d’individui che ricorrono alle cure specialistiche. In Italia queste evidenze, responsabilizzano i clinici, gli esperti di salute pubblica e soprattutto i legislatori.

Provvedimenti ritenuti utili sono: il divieto di fare pubblicità le iniziative di prevenzione nelle scuole la limitazione del tetto massimo delle giocate e del numero delle sale giochi nel territorio o del numero di apparecchi per abitante la riduzione della visibilità dei giochi su Internet e l’obbligo di usare la tessera sanitaria per utilizzare le VLT.

Le quattro fasce d’età considerate si sono trovate sostanzialmente d’accordo sui provvedimenti indicati per limitare i problemi legati alla dipendenza da gioco d’azzardo.

I provvedimenti citati più frequentemente sono quelli di togliere le slot machine dai bar e dai locali pubblici e di vietare la pubblicità al gioco d’azzardo, sostenere la prevenzione e la cura rivolta al disturbo da gioco d’azzardo e ad aumentare la consapevolezza della popolazione generale sui rischi sulla salute del comportamento di gioco. Le attività di prevenzione nelle scuole sono ritenute un utile provvedimento soprattutto dagli abitanti del centro Italia e del meridione La limitazione del numero degli apparecchi da intrattenimento sul territorio trova d’accordo soprattutto il settentrione e il centro così come la limitazione del gioco in spazi dedicati. Limitare il tetto massimo delle giocate è un provvedimento che mette d’accordo soprattutto gli italiani del centro (32,6%) e del meridione (30,8%), così come fornire maggiori informazioni sui danni del gioco d’azzardo (rispettivamente 30% e 27,9%)

A questo riguardo sono in avvio progetti di intervento nelle scuole con fondi statali dedicati anche nella nostra provincia di Imperia per avviare approcci psicoterapeutici ed educativi nei giovani coinvolti e sensibilizzare ulteriormente le giovani generazioni.

Gli italiani si trovano sostanzialmente d’accordo nel ritenere le difficoltà economiche da fronteggiare, il disagio sociale, il desiderio di sfidare la sorte, vivere un momento di particolare difficoltà (divorzio, lutto, licenziamento), la solitudine e la ricerca di luoghi di aggregazione come condizioni principali favorenti il gioco d’azzardo. In conclusione, i risultati dell’indagine indicano la necessità di migliorare il livello di informazione della popolazione generale sul fenomeno del gioco d’azzardo e suggeriscono alcuni dei contenuti e dei messaggi che sarà necessario privilegiare nelle future campagne di sensibilizzazione e contrasto del fenomeno.

Tutto il Paese ha risentito della crisi socio-economica: molte persone sono state colpite della disoccupazione. Le difficoltà economiche hanno portato all’acuirsi di problemi di tipo sociale, sia di salute e la continua diffusione del fenomeno del gioco d’azzardo con l’apertura di molte nuove sale da gioco o slot machine all’interno di locali pubblici su tutto il territorio nazionale ne è un esempio. Si stima che il 54% della popolazione italiana gioca d’azzardo. Interessanti studi italiani evidenziano inoltre una mancata correlazione tra conoscenze del disturbo, convinzioni ed azioni conseguenti.

Politiche coraggiose praticate dagli enti locali di limitazione dell’offerta, possono fornire forti messaggi preventivi sui rischi delle pratiche d’azzardo che invece vengono promosse in maniera spettacolare ad ogni livello (pubblicità on line, media ecc.) con un tacito assenso di ampie parti della macchina statale.

È necessario un cambio di paradigma a diversi livelli per sostenere le nuove fragilità, quello politico per individuare nuove strategie che prevengano il loro insorgere.

Queste nuove strategie oltre ad agire come misura di prevenzione diretta, agiscono anche come avvertenza alla popolazione generale della potenziale pericolosità del gioco stesso.

Particolare attenzione deve essere rivolta ai minori coinvolti nel GAP: in queste situazioni le problematicità riguardano la dimensione psicologica del minore, i suoi comportamenti e gli stili di vita, le dinamiche famigliari in cui è inserito.

I preside socio sanitari provinciali, esprimono forte preoccupazione per la realtà locale legata al fenomeno in netta espansione: sono troppo poche le persone affette dal disturbo di dipendenza al gioco che responsabilmente si rivolgono ai presidi socio-sanitari per cure dedicate e sostegno psicologico e in molti casi in maniera tardiva con una situazione psicofisica già fortemente compromessa.

L’ordinanza del Sindaco Enrico Ioculano sostenuta da tutta la maggioranza, va nella direzione auspicata da più parti, per incidere e contrastare a livello locale il fenomeno di dipendenza al gioco e riportare l’attività ludica del “gioco” da sempre praticata, entro i limiti responsabili e protezione della salute e qualità della vita.