Truffa al Comune di Sanremo: sei ex Aimeri alla sbarra

6 novembre 2018 | 17:05
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Truffa al Comune di Sanremo: sei ex Aimeri alla sbarra

Nel processo il Comune di Sanremo si è costituito parte civile

Imperia. Si è aperta oggi con l’audizione dei testi del pm, davanti al collegio presieduto dal giudice Donatella Aschero, la fase dibattimentale del processo sulla presunta truffa compiuta ai danni del Comune di Sanremo da parte di sei imputati: Stefano Burlando (64 anni), ex dirigente del settore Igiene Urbana; il suo sottoposto, capo area per la Liguria della Aimeri Ambiente S.r.l, alla quale era stato affidato il servizio di igiene pubblica del Comune, Luciano Crespi (59 anni); il capo tecnico dell’ufficio Igiene Giovanni Punzo (47 anni), il capo cantiere Pietro Iiriti (49 anni), il capo cantiere Giuseppe Di Pietrantonio (54 anni) e Pasquale Donadio (49 anni).
Secondo l’accusa, sostenuta dal pubblico ministero Antonella Politi, gli imputati a vario titolo hanno commesso frode nell’adempimento degli obblighi previsti dal contratto di appalto stipulato dalla società con il Comune di Sanremo per il periodo 2012 – 2013 in ordine a raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani, spazzamento, lavaggio e diserbo stradale, raccolta differenziata di plastica, carta e scarti vegetali e lavaggio meccanico dei cassonetti.

L’indagine è nata nel 2012 a seguito delle dichiarazioni di un dipendente della ditta Aimeri S.r.l. che si è rivolto alla polizia, denunciando quanto accadeva nell’azienda. Per alcuni mesi, la squadra mobile della sezione distaccata di Sanremo ha iniziato una serie di attività volte ad accertare la veridicità delle accuse lanciate dal dipendente. Tramite pedinamenti, intercettazioni ambientali e telefoniche, gli agenti hanno scoperto che mezzi e operai che la ditta Aimeri avrebbe dovuto utilizzare a Sanremo, venivano in realtà impiegati anche in altri Comuni, come Ceriana, Arma di Taggia e Riva Ligure. “La scritta Comune di Sanremo”, ha spiegato l’ispettore di polizia Pierangelo Bernacchia, “Veniva occultata con un adesivo acquistato da una ditta specializzata”. Ai giudici collegiali, il pubblico ministero ha mostrato le foto dell’espediente utilizzato. 
Tra le altre irregolarità contestate agli imputati, anche il fatto che spesso diverse tipologie di rifiuti, come carta, plastica, ferro e legno venivano raccolte tutte insieme e non suddivise come previsto dal capitolato. Inoltre, sempre sulla base delle indagini effettuate, è emerso che la ditta Aimeri addebitava al Comune anche spese che invece, sempre secondo il contratto stipulato con l’ente, avrebbe dovuto stornare.

Nel processo il Comune di Sanremo si è costituito parte civile, rappresentato dall’avvocato Alessandro Vaccaro, insieme all’operaio della Aimeri, difeso dall’avvocato Maria José Sciortino, dalle cui accuse è scaturita l’indagine.