Sanremo, al Casinò si aprono le porte della mostra di Angelo Bozzola





Le opere, selezionate dall’archivio della Fondazione Angelo Bozzola contano dipinti, sculture e opere miste
Sanremo. E’ stata inaugurata oggi, venerdì 23 novembre, al Casinò la mostra “Tracciati spaziali. Superfici e materie” di Angelo Bozzola. Sarà possibile visitarla fino al 6 gennaio 2019, tutti i giorni dalle 15 alle 23.
Affondando le proprie radici nel Movimento d’Arte Concreta (MAC), l’artista lombardo ha generato, lungo il suo percorso, nuove sequenze formali e moduli inediti, che concedono un ruolo attivo all’osservatore, obbligato a fruire delle opere come di una narrazione cangiante della materia. Di qui la scelta del titolo, da parte della curatrice Federica Flore, che recupera una lettura scientifico-filosofica dell’estetica di Bozzola: “Spazio e tempo emergono come categorie di interpretazione reale, che, seppur in forma astratta, non sublimano simboli, ma risultano materia concreta dell’attività artistica […]”. Le opere, selezionate tutte dall’archivio della Fondazione Angelo Bozzola (nata il 14 marzo 1997) contano dipinti, sculture e opere miste.
Angelo Bozzola nasce a Galliate nel 1921 da una famiglia di origini contadine. Da giovanissimo partecipa ad un campionato di scultura in legno, vincendo il concorso. Interessato al mondo artistico, si iscrive ad un corso di formazione professionale per mobilieri e decoratori. Terminati gli studi, nel 1947 fonda un mobilificio. È in questi anni che Bozzola conosce lo scultore novarese Angelo Cattaneo, figura centrale per la sua formazione. Pertanto si accosta subito alla pittura con un approccio astratto, scarno e severo, che lo porterà ad un’estetica sempre più impegnata per tutta la sua carriera. La forte attrazione per la materia conduce presto Bozzola ad applicare questi principi alla scultura per dare forma alle sue composizioni bidimensionali, che si traducono in strutture primarie e configurazioni astratte realizzate in ferro smaltato.
Gli anni ’70 diventano per Bozzola la conferma dell’importanza del suo lavoro artistico/scientifico: entra a far parte dell’International Center of Aesthetic Research di Torino, è chiamato dall’architetto Luigi Moretti e dal critico francese Michel Tapié per aderire al Manifesto Baroque Ensembliste (insieme a Tadashi Suzuki, Ada Minola, Carla Accardi, Lucio Fontana, Alfonso Ossorio, Giuseppe Capogrossi). Nel 1979 è chiamato a far parte del corpo degli Accademici di merito all’Accademia Linguistica di Belle Arti di Genova e nel 1986 l’artista donerà dodici opere alla Città di Genova da destinare al Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce, dove sono ancora attualmente conservate.