Rivieracqua e il nodo del personale, il decreto Dignità colpisce anche il servizio idrico

Ieri il Cda ha affrontato i nodi relativi al personale a tempo determinato
Sanremo. Il nodo del personale e le ripercussioni del decreto Dignità al vaglio del consiglio di amministrazione di Rivieracqua.
Non è la prima volta che si sente parlare di uno dei provvedimenti più noti del “governo del cambiamento” in Riviera. E’ fresca una vicenda analoga all’interno di Amaie Energia, nella quale circa una cinquantina di lavatori in scadenza di contratto sono rimasti con il fiato sospeso e hanno rischiato di non poter essere rinnovati.
Nato per abbattere la precarietà nei luoghi di lavoro, il decreto Dignità, che impone un divieto o un obbligo all’assunzione del personale impiegato a tempo terminato per più di 24 mesi presso lo stesso ente, rischia di condannare al mancato rinnovo nel contratto tanti lavoratori, sopratutto nel settore pubblico.
In casa Rivieracqua sono circa cinque le unità con contratto in scadenza al 31 dicembre e che, nonostante la società pubblica ne abbia estremo bisogno, devono attendere l’esito di parere legale richiesto dal Cda per sapere se potranno continuare a essere dei dipendenti, seppure a tempo determinato, del gestore unico provinciale.
Questo è stato il nodo trattato dal consiglio di amministrazione presieduto da Gian Alberto Mangiante che si è tenuto ieri: “Abbiamo discusso di come migliorare la struttura organizzativa soprattutto considerando le indicazioni del decreto Dignità, che limita i contratti a tempo determinato che possiamo rinnovare”, spiega Mangiante. “La società ha bisogno poi di almeno altre quattro o cinque implementazioni tra letturisti, amministrativi e manutentori, per far fronte all’uscita del personale distaccato dal Comune di Taggia.
L’ipotesi che stiamo percorrendo, subordinata al parere del nostro consulente legale, è salvaguardare tutti quanti”.