“Non c’è giustificazione per quello che ho fatto”, il femminicida di Boissano interrogato nel carcere di Sanremo
Era accompagnato in tribunale dal suo legale, l’avvocato Gian Maria Gandolfo
Sanremo. “Non c’è giustificazione per quello che ho fatto”. Marco Buscaglia, l’operaio di 47 anni che sabato scorso ha ucciso la moglie soffocandola, a Boissano (SV), ha continuato a ripeterlo anche questa mattina, durante l’interrogatorio di convalida davanti al gip Fiorenza Giorgi, nel carcere di Valle Armea.
L’uomo, che era accompagnato in tribunale dal suo legale, l’avvocato Gian Maria Gandolfo, nonostante avesse già risposto alle domande del pm Massimiliano Bolla (davanti al quale aveva fatto un’ampia confessione), secondo quanto riporta www.ivg.it, ha parlato anche davanti al giudice. Buscaglia, che ha confermato la sua versione dando massima disponibilità a chiarire tutti gli aspetti della vicenda, ha ribadito di aver perso la testa quando la moglie gli ha confermato di avere l’intenzione di frequentare un’altra persona.
In particolare, l’omicida avrebbe precisato che, sabato mattina, la vittima gli aveva riferito di voler incontrare l’uomo quella sera. Una circostanza che, probabilmente, ha fatto perdere il controllo a Buscaglia che si è scagliato contro la moglie, Roxana Karin Zentero, soffocandola contro il cuscino nella camera da letto della loro casa di Boissano.