M5S, Di Maio e Di Battista contro i giornalisti. Arrigoni: “Sulla Raggi due anni di violenza mediatica”, Malivindi: “Siamo tutti pu…ne”

I due leader di M5S avevano attaccato i media dopo l’assoluzione della sindaca di Roma Virginia Raggi
Dopo le pesanti esternazioni del vice premier Luigi Di Maio e del suo collega di partito, il pentastellato Alessandro Di Battista per i quali i giornalisti italiani sono rispettivamente “infidi sciacalli” e “puttane”, abbiamo chiesto a due esponenti imperiesi del Movimento 5 Stelle cosa pensano delle parole dei due loro leader, venute in seguito all’assoluzione della sindaca di Roma Virginia Raggi.
La consigliera comunale sanremese Paola Arrigoni dice : “La Sindaca Raggi per due anni è stata mediaticamente colpita con una violenza inaudita e ingiustificata, perché non indignarsi per quello che ha subito Virginia? Pensiamo se fosse successo a noi, chi sarebbe riuscito a sopportare una tale gogna mediatica? Lei invece è rimasta e ha subito tutto questo, qualcuno dovrebbe chiederle scusa e non tentare di spostare il problema sollevando polveroni”.
La consigliera comunale ventimigliese, Silvia Malivindi, non usa invece mezzi termini: “Siamo tutti puttane” come direbbe la giornalista Annalisa Chirico. Il politicamente corretto sembra avere stancato , basti pensare al successo di Trump. I toni alti caratterizzano la politica moderna. È da ipocriti negare che alcuni giornalisti siano politicamente parziali, che lo facciano per denaro o per “passione” , in entrambi casi è un problema perché l’informazione dovrebbe essere imparziale. Però anche i politici fanno marchette, quindi si è simili. Il rapporto politica-giornalismo è un rapporto di amore e odio, i politici hanno in qualche modo bisogno dei giornalisti, anche quando questi ne parlano male, soprattutto in questi tempi in cui sembra che le testate critiche si trasformino in voti.
Comunque in tutti i settori, vi è chi svolge il proprio ruolo con dignità e chi senza. Quelli che in questi anni hanno dedicato alla Raggi titoli infelici (es. Patata bollente e Virginità) hanno dimostrato una certa meschinità, ma non come giornalisti, anche come uomini. Ma le donne che fanno politica imparano in fretta a cosa vanno incontro, e sanno che bisogna andare oltre certi clichés e certe insinuazioni, che provengano da un giornalista o dallo scemo di turno. Sono felice che la Raggi abbia resistito, è una donna coraggiosa, ma adesso è ora che i giornalisti, “sciacalli” o meno, la valutino come Sindaco e non più a livello personale né come parafulmine del M5S”.