La rivincita della cultura nell’Imperiese, trainata dal turismo produce ricchezza e lavoro

Nel 2017 ha generato il 3,2% del valore aggiunto del territorio, incidendo sul tasso occupazionale del 3,7%. Cifre non esorbitanti ma che rappresentano un’opportunità di rilancio
Imperia. Carmina non dant panem, scriveva Orazio, eppure in Liguria, da Ventimiglia a Sarzana, la cultura un po’ di ricchezza la produce e anche qualche posto di lavoro.
A dirlo è il rapporto “Io sono cultura 2018” della Fondazione Symbola e Unioncamere, secondo il quale il sistema produttivo culturale e creativo ligure nel 2017 ha generato 1.752,1 miliardi di euro di valore aggiunto e oltre 31mila occupati. Cifre che incidono, rispettivamente, il 4,0% e 4,6% sul totale delle grandezze regionali, con un incremento rispetto all’anno precedente di 3 e 2,5 punti percentuali.
Su scala provinciale, l’area metropolitana di Genova è al primo posto per incidenza di ricchezza e occupazione prodotte, con il 4,4% e il 5,1%. Seguono Savona (3,6% e 3,9) e La Spezia (3,4% e 3,9%). Fanalino di coda Imperia, dove il 3,2% del valore aggiunto prodotto dal territorio è da ascrivere alla cultura, con 3,7 punti percentuali per quanto riguarda l’occupazione generata, il che rappresenta un problema ma allo stesso tempo un’opportunità di rilancio.
Quanto settori che principalmente producono beni e servizi culturali o che utilizzano la cultura come input per accrescere il valore simbolico dei prodotti, quindi la loro competitività, risposte positive arrivano da quelli del turismo. Tanto è vero che, come emerge dai dati Isnart-Unioncamere 2017, più del 24% dei turisti, sia italiani che stranieri, scelgono la loro meta in base alla ricchezza del patrimonio artistico e monumentale; mentre l’8% per quelle naturalistico e paesaggistico, e il nostro territorio, tra musei, palazzi storici e bellezze naturali ne ha da vendere.
Senza dimenticare che, in termini di valore aggiunto, tra i sottosettori che compongono la filiera, si registra un quinto posto nell’architettura che diventa quarto in relazione ai valori dell’occupazione, con 2.421 imprese attive.
Ovviamente l’attrattiva dell’industria culturale può essere potenziata e quel milione di euro di spesa del 2017 potrebbe generare molto di più. In ogni caso, il trend di crescita del turismo culturale e creativo è tra i migliori registrati a livello nazionale, con un beneaugurante +26%.