Scontro per Pian di Poma, Barillà e Tinelli perdono il ricorso contro il Comune ma il Tar chiama in causa la Corte dei Conti
Nella vicenda ci sarebbe un “possibile danno erariale” da accertare secondo i giudici
Sanremo. La guerra nel mondo del calcio locale per l’affidamento dell’impianto sportivo di Pian di Poma, aggiudicato all’Unione Sanremo dal Comune lo scorso 6 agosto, dopo una gara all’ultimo punto con la Golden Sanremese di Carlo Barillà e Sanremo 2000 riunite in associazione temporanea d’impresa, termina con la vittoria tra i banchi del tribunale dei biancazzurri.
Il Tar Liguria, con ordinanza ha infatti decretato che non ci sono le ragioni per accogliere la richiesta di sospensiva presentata da Barillà e Tinelli (presidenti di Golden e Sanremo 2000) e che quindi debba essere confermata in capo alla Sanremese la gestione dell’impianto sportivo.
Ma attenzione, perché nei guai ci finisce il Comune. Per i giudici amministrativi ci sarebbe un possibile danno alle casse pubbliche. Gli uffici di Palazzo Bellevue non avrebbero volturato le utenze e tantomeno contestato una “bolletta” per consumi pari a oltre 150 mila euro al gestore uscente e poi riconfermato, la stessa Unione Sanremo.
Per il Tar il “possibile danno erariale, impone la trasmissione dell’ordinanza alla Procura della Corte dei Conti”.
Uno dei motivi che avevano basato il ricorso dell’Ati era proprio la presenza di un conto in sospeso tra Comune e sodalizio matuziano.