Sanremo, alla base della rivolta in carcere forse l’abuso di alcol: indagini in corso
Gli agenti feriti non sarebbero gravi: portati in ospedale perché intossicati dal fumo
Sanremo. Sarebbe scoppiata tra detenuti ubriachi, la rivolta che ha tenuto in scacco per quattro ore la prima sezione del carcere di Sanremo. Lo rende noto Fabio Pagani, segretario regionale della Uil Polizia Penitenziaria, che più volte ha denunciato il problema dell’abuso di superalcolici, ottenuti illegalmente dai reclusi, che lasciano macerare la frutta di nascosto nelle loro celle.
La protesta, iniziata intorno alle 21 di sabato, ha inizialmente coinvolto tre celle contenenti sedici detenuti, che hanno iniziato a lanciare televisori, incendiare lenzuola impregnate di olio, sgabelli e tavolini. Ben presto tutti i 46 reclusi nella sezione hanno preso parte alla rivolta, chi in solidarietà con i compagni, chi per attirare l’attenzione delle guardie, visto il denso fumo che stava iniziando a rendere irrespirabile l’aria.
Al momento della rivolta, nel carcere erano presenti 270 detenuti e 10 agenti di polizia penitenziaria. “Il carcere continua ad essere sovraffollato”, denuncia il sindacalista, “Ieri la prima sezione si è trasformata in un inferno e due agenti sono finiti in ospedale, intossicati dal fumo. Le loro condizioni, fortunatamente, non sarebbero gravi”.
Indagini sono in corso per ricostruire l’accaduto: gli inquirenti si serviranno delle immagini riprese dal sistema di videosorveglianza interno alla struttura per comprendere chi, tra i detenuti coinvolti, ha dato inizio alla rivolta.