Rivieracqua, approvato il bilancio: scongiurato l’incubo fallimento
Avvenuta l’omologazione del concordato preventivo le società Amaie e Secom entreranno nel consorzio provinciale
Sanremo. Tira un sospiro di sollievo il consiglio di amministrazione di Rivieracqua.
E’ stato infatti approvato a maggioranza (tra i grandi comuni a favore Sanremo e Imperia, mentre si è astenuta Ventimiglia) il bilancio 2017 del consorzio pubblico che gestisce il servizio idrico integrato in provincia di Imperia.
Questa mattina a Palazzo Bellevue si è tenuta l’assemblea dei sindaci chiamata ad avallare la proposta presentata dal Cda tecnico guidato dal commercialista Gian Alberto Mangiante.
Passaggio fondamentale per aprire la strada all’ingresso di Amaie (che vuol dire maggiore sicurezza economica per il consorzio) e di Secom.
All’omologa del concordato, come dichiarato dal sindaco Biancheri, nei primi mesi del 2019 dovrebbe avvenire il conferimento di Amaie che, insieme a Secom (Taggia), farebbero fronte in toto ai debiti del gestore unico, al quale, a quel punto, potrebbe essere riconosciuta la tariffa unica dall’Authority.
Buone notizie per i creditori, sopratutto per quelli che hanno contratto con Rivieracqua dopo il luglio 2018 e che – ha assicurato Mangiante – saranno pagati ad inizio del prossimo anno, mentre gli altri, invece, subiscono le tempistiche concordatarie.
Rivieracqua aspettava con ansia questa votazione, poiché propedeutica all’omologazione del concordato preventivo da parte del tribunale. Senza cifre certe, il giudice difficilmente avrebbe dato via libera.
Sul tavolo, poi, rimangono aperte le questioni Amat e Aiga: le due società rispettivamente del Comune di Ventimiglia e di Imperia sono in grave crisi finanziaria. Amat, inoltre, ha un grosso debito nei confronti della città capoluogo, fattore che mette a rischio anche la stabilità finanziaria dello stesso ente.
Pesa poi sui sindaci il pronunciamento della Corte dei Conti, i cui giudici hanno chiarito che i 6 milioni di buco di Rivieracqua andranno ripartiti sulle spalle dei Comuni, il che non vuol dire che essi dovranno sborsarli subito ma solo accantonarli nel proprio bilancio preventivo.
A margine della riunione, intanto, emerge che ci sarebbero stati alcuni incontri tra i sindaci per valutare l’ipotesi di un piano B, che essenzialmente, data la titolarità della concessione idrica in capo esclusivamente al gestore unico Rivieracqua, vorrebbe dire ricorrere alla gara europea con il possibile ritorno dei privati.
E’ in questa direzione che va la proposta del sindaco Scajola, il quale ha prospettato un aumento del capitale sociale che permetta la nascita di “una nuova Rivieracqua”, con l’apertura, fino ad un tetto massimo del 49% a soci terzi rispetto ai Comuni.