Reportage |
Cronaca
/
Sanremo
/

Escalation di violenza a Sanremo, in città si inizia ad aver paura: “Servono più controlli e deterrenti”

9 ottobre 2018 | 17:32
Share0
Escalation di violenza a Sanremo, in città si inizia ad aver paura: “Servono più controlli e deterrenti”
Escalation di violenza a Sanremo, in città si inizia ad aver paura: “Servono più controlli e deterrenti”
Escalation di violenza a Sanremo, in città si inizia ad aver paura: “Servono più controlli e deterrenti”

Dalla Pigna al lungomare: omicidi, aggressioni, scippi ormai sembrano essere all’ordine del giorno

Sanremo. Due omicidi, una violenza sessuale, aggressioni e risse: negli ultimi mesi a Sanremo si sono verificati numerosi fatti di cronaca. I più gravi sono sicuramente l’omicidio di Fernando Foschini, 60 anni, ucciso la sera del 21 giugno da Alessandro Verrigni, e l’assassinio del medico legale Giovanni Palumbo, 61 anni, accoltellato a morte da Vincenzo Mercurio nel suo studio di via Fratti lo scorso 27 settembre.
Non meno grave quanto accaduto ieri, sulla pista ciclabile. Stando a quanto ricostruito fino ad ora, erano circa le 7 del mattino quando un uomo, un giovane straniero, ha aggredito una cittadina britannica di 23 anni, trascinandola nel parcheggio di via privata Scoglio per stuprarla. La giovane, a Sanremo per lavoro, è riuscita a chiedere aiuto. In ospedale i medici che l’hanno visitata l’hanno dimessa con una prognosi di 15 giorni.
Un crescendo di episodi di violenza, che preoccupa i cittadini. A non sentirsi sicure sono soprattutto le donne. “Fino a qualche tempo fa a Sanremo mi sentivo sicura. Oggi però pare che la situazione stia evolvendo”, dice Miranda, “Anche una cittadina come Sanremo sta iniziando a diventare vulnerabile e trovo che sia preoccupante. Noi donne dobbiamo avere massima prudenza, per forse ci vorrebbe maggiore controllo da parte delle forze dell’ordine, con più personale in borghese in città”.

Maggiore controllo da parte delle forze di polizia per tutelare i cittadini, ma anche maggiori deterrenti, puntando ad esempio sull’illuminazione e sulle telecamere che, in particolare sulla pista ciclabile, sembrano spesso inutilizzabili. “La sera qui non è sicuro”, dice Francesca, che utilizza l’area cani poco distante dal fatto in cui ieri si è consumata la violenza sessuale, “Qui è talmente buio che ci potrebbe essere qualcuno nascosto e nemmeno te ne accorgi. Ci sono stati momenti in cui, insieme a mio figlio, abbiamo dovuto utilizzare la luce dello smartphone per vedere dove stavamo andando”.

Se prima gli episodi di cronaca si concentravano nella “Pigna”, quartiere noto per essere luogo di spaccio da parte di pusher magrebini, teatro spesso di risse, come l’ultima sassaiola tra tunisini, ora le violenze di ogni tipo si verificano un po’ ovunque. Lungo la ciclabile, ad esempio, solo qualche sera fa un uomo è stato aggredito con un coltello, mentre un marinaio spagnolo, pochi giorni prima, era stato massacrato di botte.

E poi ancora il tentato omicidio di Alena Sudokova, 22 anni, precipitata in dirupo di 70 metri a Capo Nero, probabilmente nel tentativo di difendersi da una aggressione sessuale da parte di Zied Yakoubi: algerino 32enne irregolare in Italia, ora in carcere con l’accusa di tentato omicidio. E’ successo il 31 luglio scorso.

“Non mi sento molto sicura dopo le 19”, racconta Marina, che ogni giorno frequenta la ciclabile che considera “la cosa più bella di Sanremo”. “Non cambierò le mie abitudini: continuerò a venire qui perché la soluzione non è chiuderci in casa”, aggiunge, “Ma certo che un po’ di paura c’è”.

Le fa eco Maria, edicolante: “Non sono più i tempi per poter uscire di casa la sera o alla mattina presto, quando è ancora buio”, dice, “Questo non significa che una ragazza aggredita abbia delle colpe, ma le cose che anni fa si potevano fare senza paura, ora non si possono più fare. E’ così. Io stessa la mattina ho paura quando vengo ad aprire l’edicola. Incontro spesso uomini ubriachi e siccome sono sola il più delle volte ho paura”.