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Bardineto, chiesto il rinvio a giudizio del cacciatore che uccise il dianese Roberto Viale

4 ottobre 2018 | 10:22
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Bardineto, chiesto il rinvio a giudizio del cacciatore che uccise il dianese Roberto Viale

Viale stava raccogliendo funghi con la compagna: un proiettile lo colpì al petto

Savona. Il pm Vincenzo Carusi ha chiesto il rinvio a giudizio, con l’accusa di omicidio colposo, nei confronti di Luigi Maule, il cacciatore di 26 anni che il 22 ottobre 2017, durante una battuta di caccia al cinghiale nei boschi di Bardineto, aveva esploso il colpo di fucile che uccise il dianese Roberto Viale, 58 anni.

Viale, titolare di un’avviata agenzia di pratiche auto e di assicurazioni in viale Matteotti, a poche decine di metri dall’Aurelia, si trovava insieme alla compagna nel bosco: stava cercando dei funghi quando un proiettile, esploso da una settantina di metri, lo aveva colpito al petto. Il giovane cacciatore, che aveva mancato la sua preda e colpito invece il fungaiolo, era subito accorso dall’uomo, agonizzante, e aveva tentato di rianimarlo. Ma tutto fu inutile. Viale morì poco dopo.

Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, come scrive La Stampa, il cacciatore non avrebbe rispettato l’articolo 21 della legge regionale sulla caccia che vieta di esplodere colpi “ad una distanza inferiore ai 50 metri da una strada, ad eccezione che si tratti di una via poderale o interpoderale”. Le indagini avrebbero infatti confermato che, dalla posizione in cui Luigi Maule aveva sparato, per la conformazione in discesa del terreno e la vegetazione piuttosto fitta, fosse impossibile vedere quello che si trovava al di sotto della zona in cui il cacciatore aveva visto un cinghiale. Maule, dunque, non si sarebbe reso conto della presenza di una persona.