Ospedaletti, giochi aperti per Villa Sultana ma il primo casinò d’Italia rischia di rimanere un’incompiuta

18 settembre 2018 | 11:00
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Ospedaletti, giochi aperti per Villa Sultana ma il primo casinò d’Italia rischia di rimanere un’incompiuta
Ospedaletti, giochi aperti per Villa Sultana ma il primo casinò d’Italia rischia di rimanere un’incompiuta
Ospedaletti, giochi aperti per Villa Sultana ma il primo casinò d’Italia rischia di rimanere un’incompiuta

Il sindaco Blancardi avverte: “Se non partono i lavori redistribuiremo le cubature per recuperare le serre abbandonate”

Ospedaletti. Il 29 ottobre è prevista la scadenza del titolo edilizio nelle mani della Sapeco srl, proprietaria di Villa Sultana, conosciuta per essere stata la sede del primo casinò d’Italia e che da 10 anni attende di essere ristrutturata.

E’ un’operazione che, nonostante le altissime volumetrie previste nel P.R.U.S.S.T. (programma di riqualificazione urbana e di sviluppo sostenibile del territorio in deroga al piani regolatori) – 10 mila metri cubi di residenziale, 15 mila per il recupero con destinazione alberghiera della Villa e 15 di residenza turistico alberghiera – continua a rimanere ferma al palo.

Negli ultimi mesi si sono susseguite le indiscrezioni su presunti investitori stranieri interessati a sfruttare quell’opportunità concessa dallo Stato di costruire così tanto in poco spazio, andando a recuperare un’immobile di assoluto pregio.

Il problema per il piccolo Comune della Riviera dei Fiori è che a rimanere in stand-by non sono stati solo i lavori nell’ex Casinò, ma anche le opere pubbliche che si sarebbero potute cantierare se fossero entrati gli oneri di urbanizzazione: il molo di protezione del piazzale al mare o il nuovo palazzo comunale, per citare due esempi.

Ed è per questo che il sindaco Paolo Blancardi è più volte intervenuto pubblicamente per spingedere ad un cambio di passo: “E’ stata data un’opportunità che sta per andare sprecata. Se la proprietà non ha interesse a procedere, allora vorrà dire che faremo un ragionamento diverso. Stiamo pensando di ricollocare delle cubature nel Puc per permettere a chi vive nelle nostre campagne di valorizzare le proprie serre abbandonate, le quali rappresentano un rischio reale per il dissesto idrogeologico delle nostre campagne.

Su questa idea vogliamo incontrare gli operatori del settore in autunno per capire se c’è interesse.

Ospedaletti non può aspettare oltre, continua il primo cittadino. Siamo disponibili a prorogare lo strumento urbanistico attuativo, ma vogliamo vedere entrare i primi oneri in cassa. Altrimenti tanto vale aiutare i cittadini ospedalettesi”.

Voci all’interno della proprietà, intanto, fanno sapere che ieri si è tenuto un incontro tra i soci e che “qualcosa si sta muovendo. Sul termine di scadenza del S.u.a. – spiegano: Il 29 ottobre non ci risulta essere perentorio”.