Disorganizzazione e sovraffollamento, il carcere di Sanremo è al collasso

26 settembre 2018 | 12:46
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Disorganizzazione e sovraffollamento, il carcere di Sanremo è al collasso
Disorganizzazione e sovraffollamento, il carcere di Sanremo è al collasso
Disorganizzazione e sovraffollamento, il carcere di Sanremo è al collasso

Intervista a Fabio Pagani, segretario regionale di Uil Pa Penitenziaria

Sanremo. “Da agosto la situazione nel carcere è insostenibile“. A dichiararlo è Fabio Pagani, segretario regionale di Uil Pa Penitenziaria, che stamani ha compiuto un sopralluogo all’interno delle carceri di Valle Armea insieme ad una decina di colleghi con i quali ha incontrato gli agenti della polizia penitenziaria per poi fare il punto della situazione con i giornalisti presenti.

Una situazione ingestibile da quanto, dopo il crollo del Ponte Morandi, la casa di reclusione, che per sua natura dovrebbe ospitare soltanto i detenuti con alle spalle una condanna definitiva, ha aperto le porte anche gli arrestati del savonese, che oltre ad avere aumentato il numero di uomini dentro le celle, devono essere scortati dagli agenti a Genova e Savona per comparire davanti al giudice.

“Noi siamo q ui perchè l’urgenza è impellente”, dichiara Pagani,“Abbiamo 270 detenuti rispetto ai 220 che c’erano ad agosto: nessuno può dire che non è emergenza. Il personale di polizia penitenziario di Sanremo è stanchissimo. L’ho incontrato, lo continuerò ad incontrare anche dopo questo intervento, ma è impossibile che i superiori gerarchici e quindi il provveditore, il dipartimento amministrazione penitenziaria e lo stesso direttore del carcere non si accorgano dell’insicurezza che stanno provocando tenendo questo regime di sovraffollamento. E’ una situazione ingestibile e invivibile e solo grazie alla polizia penitenziaria che sta facendo doppi turni si è potuta svolgere un’azione eccezionale, ritrovando 4 telefonini, hashish, frutta a macerare per ricavare alcool”.

“Il controllo è garantito dagli uomini e dalle donne della polizia penitenziaria”, sottolinea Pagani, “Manca però l’organizzazione”.

E’ notizia dei giorni scorsi la dichiarazione del Ministero che diceva che numeri di Sanremo sono in linea con altre case circondariali: “Il provveditore ha promesso che nel giro di 3/5 giorni gli arrestati del savonese non arriveranno più a Sanremo. Questa è una casa di reclusione, non una casa circondariale: bisogna ripristinare il vecchio accordo ovvero gli arrestati del savonese devono essere ripartiti tra Marassi e Imperia”.

“Da 20-25 anni, lo stesso direttore deve occuparsi di due sedi disagiate come Sanremo e Imperia: gli agenti si aspettano un direttore in pianta stabile, che voglia collaborare con polizia penitenziaria, che voglia organizzare loro lavoro con sindacati”, conclude Pagani, “Non ce la fanno più, sono stanchi, ieri come gli altri giorni doppi turni e pensate che di pomeriggio sono 17 poliziotti e alla notte 11: con 270 detenuti è una situazione estrema e grave”.