Carceri di Sanremo, la denuncia della Uil Penitenziaria: “Celle o distillerie?”
Secondo il segretario regionale Fabio Pagani, in Valle Armea i detenuti ricavano alcolici dalla frutta
Sanremo. Le carceri di Valle Armea sono “celle o distillerie?”. A domandarselo è il segretario regionale della Uil Pa Penitenziari, che interviene nuovamente dopo il secondo episodio nel giro di pochi mesi nel quale un detenuto riesce ad evadere durante una visita al Pronto Soccorso matuziano.
“La Polizia Penitenziaria di Sanremo, a seguito delIa caduta del “Ponte Morandi”, sta affrontando una condizione di Sovraffollamento da record con detenuti che arrivano da tutte le parti. Si registra – spiega Pagani – una presenza di 262 detenuti a fronte di una capienza di 228.
Non solo. Attraverso una brillante operazione di prevenzione, presso la terza sezione, durante l’ora di socialità, gli agenti hanno trovato i detenuti con evidenti sintomi di ubriachezza. Forse all‘interno del carcere di Valle Armea, i carcerati si stanno attrezzando a creare vere e proprie distilleria dedite alla produzione di grappa artigianale?”. Si domanda il segretario regionale della Uil, dichiara il Segretario Regionale della Uil, che fornisce ulteriori dettagli su come i detenuti preparano il loro concentrato mìcidìale di alcol.
“Quelli provenienti dall‘Europa dell’est hanno impiantano una vera e propria distilleria per Ia produzione di alcol, ricavato attraverso la fermentazione di frutta. Un sistema, quello escogitato, estremamente pericoloso, ma alquanto redditizio.
L’operazione si è resa necessaria – sottolinea Pagani – dopo che alcuni detenuti, allocati in terza sezione sono stati rinvenuti con evidenti sintomi di ubriachezza nell’orario di chiusura della sala socialità, rifiutandosi di rientrare in cella.
Per Ia UIL PA Penitenziaria è del tutto evidente che il superaffollamento del carcere di Valle Armea determina anche queste conseguenze. “D’altro canto i nostri allarmi sulle effettive condizioni operative e strutturali di Sanremo sono puntualmente cadute nel vuoto. Non c’è quindi da sorprendersi per quanto avvenuto nel carcere ligure – conclude il segretario della UIL PA Penitenziari. “Questo e molto altro potrebbe ancora capitare se chi governa, ai vari livelli, l’universo carcere, non decide di mettere mano seriamente ed in profondità ad un sistema sempre più avviato verso la completa implosione e la più deflagrante delle esplosioni”.