Camporosso, coltivava marijuana con un complice: torna in carcere Danilo Montoro

6 settembre 2018 | 17:45
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Camporosso, coltivava marijuana con un complice: torna in carcere Danilo Montoro
Camporosso, coltivava marijuana con un complice: torna in carcere Danilo Montoro
Camporosso, coltivava marijuana con un complice: torna in carcere Danilo Montoro

L’ex pizzaiolo del ristorante Stella Marina era già stato arrestato dalla polizia il 29 agosto scorso

Camporosso. E’ tornato in carcere il 29enne Danilo Montoro, l’ex pizzaiolo del ristorante Stella Marina, arrestato lo scorso 29 agosto perché “pizzicato” a spacciare nel locale in cui lavorava. In manette, questa volta, è finito anche Gianluca Corbo, 29 anni, commerciante di ghiaccio: i due sono ritenuti responsabili del reato di coltivazione, produzione e detenzione di stupefacente a fini di spaccio. Ad arrestarli, nel pomeriggio di ieri, sono stati gli agenti della Polizia di Stato del commissariato di Ventimiglia, che hanno anche sequestrato otto piante di marijuana alte un metro, 340 grammi di marijuana, già tritata, in foglie, in gambi e in infiorescenze, 4 grammi di hashish, un bilancino di precisione, un coltello e due telefoni cellulari: il tutto nascosto in un vivaio a ridosso del centro storico di Camporosso.

Scarcerato il giorno successivo al primo arresto, in attesa del processo, Danilo Montoro era stato sottoposto dal magistrato all’obbligo giornaliero di firma negli uffici di Polizia. Le indagini, però, non si sono mai fermate.
La squadra investigativa della Polizia, al comando del dirigente Saverio Arico, ha continuato a scavare nelle vita del giovane e, nei giorni scorsi, ha preso di mira un anonimo capannone industriale, nei pressi del centro storico di Camporosso, utilizzato da Corbo nella sua fiorente attività commerciale di produttore di ghiaccio.

Una serie di appostamenti e pedinamenti hanno velocemente confermato le ipotesi che avevano persuaso gli agenti a proseguire il lavoro di ricerca e verifica, tanto che rintracciato il Montoro lo hanno accompagnato direttamente al capannone ritenuto sospetto, dove egli ha subito compreso di essere stato nuovamente scoperto.

All’arrivo del complice i poliziotti sono entrati all’interno ed hanno constatato l’allestimento di una specie di rifugio clandestino allestito ad arte. Una camera con due letti con angolo cucina e servizio igienico dove di fatto convivevano i due complici e coetanei e, di fianco, una struttura costruita artigianalmente con pannelli di legno, attrezzata e utilizzata come vivaio per la coltivazione della marijuana.

La serra al suo interno è apparsa perfettamente organizzata con tutte le dotazioni necessarie per una florida piantagione di canapa indiana. Gli impianti elettrici, idrici e di ventilazione, il cui funzionamento era stato accuratamente predisposto per una veloce crescita dei vegetali, sono stati messi in sicurezza prima dell’apposizione dei sigilli di sequestro. Otto le piante sequestrate alte fino a 1 metro.

La minuziosa perquisizione è stata estesa anche all’abitazione privata e al veicolo del titolare dell’attività commerciale.
Complessivamente, oltre alle piante di canapa, sono stati sequestrati circa 340 grammi di marijuana, già tritata, in foglie, in gambi e in infiorescenze, 4 grammi di hashish, un bilancino di precisione, un coltello, due telefoni cellulari, documentazione cartacea inerente il reato e il vivaio.
Lo stupefacente sequestrato è già risultato positivo al narcotest orientativo della Polizia Scientifica ma sarà presto sottoposto ad analisi strumentali più complesse presso i laboratori dell’ARPAL di Imperia.

Per entrambi la pesante accusa di coltivazione, produzione e detenzione di sostanza stupefacente al fine di farne commercio.
L’inasprimento dell’azione antidroga è stata attivata in maniera sistematica, in tutta la provincia, dal questore di Imperia Cesare Capocasa e continuerà a riguardare, in particolare i locali pubblici in genere e quelli della movida notturna nonché lo spaccio su strada.