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Da Apricale all’oriente magico di Marco Polo con il Teatro della Tosse

6 agosto 2018 | 13:52
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Da Apricale all’oriente magico di Marco Polo con il Teatro della Tosse

Ieri sera il debutto in prima nazionale dello spettacolo “Un milione di scatole cinesi” di Emanuele Conte e Amedeo Romeo

Apricale. Nella storia della letteratura tanti sono stati i poeti e gli scrittori che si sono ispirati a quell’opera spiraliforme che fu “Il Milione” di Marco Polo. Come ricorda Italo Calvino nelle “Città invisibili”, «Coleridge in una sua famosa poesia, Kafka nel Messaggio dell’Imperatore, Buzzati nel Deserto dei Tartari», e anche «Le mille e una notte» che con l’enciclopedica narrazione delle avventure di messer Polo in giro per la Cina condivide la «sorte» dei libri «continenti immaginari» di mondi lontani e reali, delle loro infinite meraviglie. La stessa sorte è toccata allo spettacolo con cui, per la ventinovesima edizione della rassegna “E le stelle stanno a guardare…”, ieri sera il Teatro della Tosse ha debuttato in prima nazionale ad Apricale.

“Un milione di scatole cinesi. Marco Polo, come perdersi sulla via della seta” – questo il titolo dello pièce firmata Emanuele Conte e Amedeo Romeo con collaborazione ai testi di Alessandro Bergallo e Elisa D’Andrea – ha portato fra le strette vie del borgo medievale «le grandissime maraviglie e gran diversitadi» di tutti quei paesi e quei popoli incontrati dal mercante veneziano nel suo viaggio di scoperta dell’Oriente e poi raccontati con affabulare scientifico e obiettivo al compagno di prigionia, il letterato Rustichello da Pisa.

Riproduzione fedele, salvo che la narrazione della compagnia genovese ha fatto del resoconto cronachistico di Marco Polo una rappresentazione polisemantica e incredibile di una civiltà antica e spregiudicata. Perché dalle loro stazioni, i tredici attori (Enrico Campanati, Nicholas Brandon, Pietro Fabbri, Susanna Gozzetti, Massimiliano Caretta, Enrico Casale, Lisa Galantini, Giua, Sarah Pesca, Pietro Romeo, Roberto Serpi, Graziano Sirressi e Mariella Speranza) hanno trasformato il paese della Val Nervia in un Oriente magico, dove un milione di scatole cinesi si sono aperte svelando al pubblico itinerante l’«universo infinitamente ricco e moderno» che fu l’Asia antica, terra misteriosa e immaginifica, popolata da «personaggi strani, coraggiosi, saggi, poetici, divertenti».

Quindi un giovane uomo e sua suocera «nella lontana provincia D’Ardanda, dove gli uomini non devono fare niente mentre le donne sono costrette a lavorare per non far affaticare i mariti anche nel giorno del parto; una vedova della provincia di Maabar, in cui le donne per tradizione alla morte del marito devono bruciare insieme al suo cadavere; una sciamana siberiana nella provincia di Tramontana». E poi «una puritana dama occidentale scandalizzata da alcune pagine de “Il Milione” che», dal giardino lunare del Castello della Lucertola, si è confrontata con se stessa e con «le disinibite donne della provincia del Tebet».

Nel loro peregrinare fra i carruggi, snodandosi di stazione in stazione, i circa trecentocinquanta presenti, uomini e donne di tutte l’età, molti dei quali di origine straniera, hanno anche incontrato il Gran Kan dei Mongoli che, «rimasto solo a riflettere sulle conseguenze del potere», si auto-fronteggia in una malinconica partita a scacchi; e poi un uomo ricchissimo, segregato nella prigione di un castello, privato di ogni suo avere ma non della libertà più grande libertà, quella dello spirito.

Nel crocevia di tradizioni e culture e figure forse vere, forse false, forse leggendarie de “Il Milione” del Teatro della Tosse, non potevano mancare Marco Polo e Rustichello da Pisa che, portatori di una loro personale visione del viaggio (per il mercante un’occasione per accrescere i propri commerci e arricchirsi; per il poeta un’avventura fantastica, non sempre aderente alla realtà dei fatti) hanno accompagnato lo spettatore in un mosaico inesauribile di storie oltre lo spazio e il tempo, nell’infinito poliedro dei perché dell’uomo.

“Un milione di scatole cinesi. Marco Polo, come perdersi sulla via della seta” ad Apricale fino al 15 agosto, tutti i giorni dalle ore 21.