A Rocchetta Nervina una mostra per sognare luoghi dimenticati





Dal 18 agosto al 2 settembre al Centro sociale comunale la personale di Roberto Di Laudo
Rocchetta Nervina. «Un percorso astratto che attraverso le forme e i materiali esprime e racconta il tempo». Così Roberto Di Laudo presenta la personale “Reimparare a sognare”che dal 18 agosto al 2 settembre sarà possibile ammirare nei locali del Centro sociale comunale di Rocchetta Nervina (dalle 17.30 alle 22.30).
Noto paesaggista della Riviera dei Fiori e della Costa Azzurra, Di Laudo, originario di Ospedaletti, da alcuni anni porta avanti il progetto artistico “Art&Natura”, di cui la mostra è prima espressione.
«Tutto è nato insieme all’acquisto di una casa nella campagna di Rocchetta Nervina – racconta l’artista, un “giardiniere del vento”, come è solito definirsi –. Un luogo ameno, dove, come in tutti i luoghi del mondo, il vento trasporta i semi della vita: porta il timo, il rosmarino, l’orchidea e da questi potrà rinascere il timo, il rosmarino, l’orchidea ma potrà anche nascere qualcos’altro. Nella mia opera faccio proprio questo, lascio che le cose di natura accadano, senza che l’arte, l’artista, quindi l’uomo ne acquisti il dominio. È la convivenza tra arte e natura quella che ricerco, senza che ci sia la predominanza assoluta della forma artistica. Cerco di raccontare il tempo della natura e della vita: della vita che rinasce e assume nuova forma, che, nella nostra epoca, è un po’ come ritornare a sognare».
Al riguardo, la mostra ha l’intenzione dichiarata di condurre lo spettatore nel sogno di luoghi oramai dimenticati. Quelli dei tempi dell’innocenza, dell’uomo romantico (o leopardiano) che si sente piccolo di fronte all’infinita grandezza della natura, ma anche ai tempi pascoliani del fanciullino che vede le cose di natura per la prima volta e ne prova meraviglia.
E non a caso, una delle opere che Di Laudo esporrà negli spazi comunali di Rocchetta Nervina è proprio dedicata a un “fanciullino”. «Si tratta dell’ “Olònomo” – spiega –, una scultura in ferro battuto a mano, libera di muoversi ma con il vincolo di tornare sempre al suo stato iniziale. Come nella mia scultura: puoi imprimere al cerchio qualunque forza che questo ritornerà sempre al suo punto fermo, all’origine», il figlio Franz.