Lotta ai brand low cost e il centro di Sanremo cambia ancora volto

In via Cavour al posto di Carlo Ramello arriva il marchio di lusso Atelier Emé. Chiude in via Carli lo storico Emanuela Conti: nei suoi locali si espande il ristorante Mare Blu
Sanremo. Le vie dello shopping sanremese stanno cambiando volto. È una trasformazione che sta avendo luogo sotto gli occhi di residenti e turisti, in modo impercettibile ma costante. Passeggiando per il centro, all’improvviso è possibile accorgersi di una nuova vetrina, di una serranda abbassata, dello spegnersi di alcune luci e dell’accendersi di altre.
In un mix and match di crisi economica, grandi catene, shopping online, ma non solo, negli ultimi anni il tessuto commerciale di Sanremo ha mutato pelle.Un valzer continuo che seguendo le evoluzioni dell’industria della moda ha visto il proliferare dei franchising con i loro brand low cost. Solo per citarne alcuni, in via Matteotti, Stradivarius, Celio, OVS, e, ultimi arrivati, Zuiki in via Escoffier e Calliope in via Palazzo. Marchi che seguendo la dittatura del fast fashion puntano a vendere capi e accessori di tendenza a prezzi accessibili. È la neonata economia della scarsità che pur sacrificando la qualità ha rivelato di saper intercettare i gusti dei consumatori di oggi, primi fra tutti i Millennials, a cui delle firme che facevano impazzire i loro genitori sembra non importi più nulla.
Quella della democratizzazione della moda è una corsa inarrestabile, e per certi versi è così anche nella città dei fiori dove, seppur molti negozi indipendenti, grazie anche alla capacità di fare sistema, hanno trovato il modo di sopravvivere, nei prossimi mesi si assisterà a un nuovo balletto degli esercizi commerciali. Anzi, qualche passo è già stato mosso con l’acquisizione della boutique Lacoste da parte del Gruppo Miramare, il suo trasferimento dal civico 128 di via Matteotti al 204, quindi nei locali del Timberland store che a sua volta si è spostato in via Palazzo 83, al posto dello storico Boazzo che la scorsa estate ha serrato i battenti.
Ma a chiudere saranno presto altri due negozi del centro: in via Cavour Carlo Ramello sarà sostituito da Atelier Emé, marchio “Made in Italy” specializzato nella creazione e distribuzione di abiti da sposa sartoriali, mentre in via Carli Emanuela Conti abbasserà la serranda per sempre e si assisterà a un ampliamento nei suoi spazi del vicino ristorante Mare Blu. E al riguardo, se nel primo caso la risposta del commercio sanremese si prospetta positiva, il secondo lascerà qualche amarezza.
In particolare, l’auspicio è che l’arrivo di un brand italiano di alta qualità come Atelier Emé (dal 2015 appartenente al Gruppo Calzedonia) attiri nuova clientela con un’alta propensione alla spesa e rispolveri quel lustro che la città ha rischiato di perdere accettando di scendere a patti con le nuove dinamiche del fashion system. Senza dimenticare che vanta un fatturato che secondo i bene informati si aggira intorno ai 5 milioni di euro e, ad oggi, con più di 30 punti vendita sparsi sul territorio nazionale, dà lavoro a circa 3300 persone.
Discorso differente, invece, per l’addioalla boutique fondata nel 1986 da Emanuela Duretto. Un negozio che ha fatto la storia dello shopping nella città dei fiori, nato non dall’idea di qualche improvvisato imprenditore, ma dalla volontà di coniugare due eredità professionali: quella commerciale degli avi del coniuge di Duretta, dal 1915 conosciuti in tutta la provincia come specialisti dell’abbigliamento ricercato, e quella artigianale della madre nel campo della sartoria d’alta moda. Trent’anni di esperienza nel settore che bisognerà salutare ma con la certezza che non saranno divorati dal business della moda low cost.