L’esercito dei 4mila per una Ventimiglia “città aperta”. Il messaggio dei no borders: “Nessuno è illegale”
Accuse al ministro dell’Interno Salvini, ma anche al sindaco Ioculano
Ventimiglia. Un cartello con su scritti i nomi di alcuni migranti che hanno perso la vita nel tentativo di attraversare le frontiere per continuare il proprio viaggio. E un “refus d’entree” (letteralmente rifiuto di ingresso): un foglio identico a quello che migliaia di migranti ricevono ogni giorno dai francesi, quando superano il confine, ma indirizzato al sindaco di Ventimiglia Enrico Ioculano (Pd), considerato dai manifestanti “responsabile delle politiche che ha attuato in questi anni”. Sono i simboli lasciati dagli attivisti alla città dopo la manifestazione di oggi. L’obiettivo? Sensibilizzare l’opinione pubblica sulla libera circolazione dei migranti in un’Europa senza confini e la creazione di un permesso di soggiorno europeo, che permetta agli stranieri, ad esempio entrati in Italia, di circolare liberamente in ogni Stato dell’Unione.
“Ventimiglia città aperta”: è questo il nome dell’evento che ha radunato nella città di confine più di 4mila persone provenienti da tutta Italia, ma anche da Francia e Spagna. “No one is illegal”, “Basta lagher di Stato”, “Accogliere e proteggere chi fugge da guerre e persecuzioni”, “No border, no nation: stop deportation”: sono alcuni degli slogan gridati ed esposti su cartelloni e striscioni, nel pomeriggio, per le vie della città. Dal parcheggio davanti al cimitero di Roverino lungo via Tenda, e poi largo Torino, corso Francia, corso Toscanini e di nuovo largo Torino, per poi raggiungere i giardini pubblici Tommaso Reggio e arrivare fino in piazza del Comune. Un percorso studiato a tavolino con la Prefettura per creare il minimo disagio ai residenti. Anche se, per qualche ora, i disagi non sono mancati e in molti hanno lamentato di essere rimasti a lungo in coda in macchina, sotto il sole, prima che le strade coinvolte dal corteo venissero riaperte e si potesse tornare a circolare.
Si è trattato di un corteo pacifico, presidiato da un nutrito gruppo di forze dell’ordine, composto da carabinieri, polizia, guardia di finanza e polizia municipale con i rispettivi comandanti. Non sono mancati attacchi all’attuale governo italiano, in particolare al ministro dell’Interno Matteo Salvini, con slogan del tipo “Apriamo i porti, affondiamo il governo” oppure “Meno Salvini, più salvati” e altri ancora. Attacchi al governo francese di Macron. E attacchi al Pd, all’ex ministro dell’Interno Minniti e all’attuale sindaco della città di confine, Enrico Ioculano, contestato per una vecchia ordinanza che vietava di somministrare cibo e bevande ai migranti per strada. Durante il corteo non sono mancati attacchi rivolti a forze dell’ordine, con il coro “Tout le monde deteste la police”, e alla Croce Rossa Italiana.
Sul furgone apripista del corteo, gli organizzatori della manifestazione hanno esposto una vignetta in cui si vede Matteo Salvini baciare Enrico Ioculano che indossa la fascia da sindaco.
“Le cifre ufficiali non sono ancora uscite, ma stimiamo un’affluenza compresa tra le seimila e le ottomila persone”, ha dichiarato al termine della manifestazione Giacomo Mattiello del collettivo Progetto20k, “Sono arrivate decine di autobus da Italia, Francia e Spagna. I diversi interventi hanno dimostrato questa trasversalità: un corteo misto, non solo di bianchi e maschi, ma donne e uomini provenienti da ogni parte del mondo”. E poi. “Ventimiglia città aperta è un a piattaforma che continuerà. Tutte queste realtà hanno deciso che oggi non doveva essere una data in cui si esauriva il progetto. Dato il potenziale enorme, abbiamo deciso di tornare ad opporci alle politiche europee che hanno due facce. Da una parte quella di Macron, che sembra l’emblema dell’accoglienza, quando invece ha sigillato le frontiere; dall’altra Salvini che chiude i porti e non accoglie le navi dell’ong”.