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La mia professione: vi racconto come nasce un progetto d’interni

20 luglio 2018 | 11:20
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La mia professione: vi racconto come nasce un progetto d’interni

“Mi piace nei miei progetti partire da lontano, passeggiando nei dintorni per osservare”

Ogni progetto d’interni richiede una maturazione che mi piace immaginare sia come un’esplorazione visiva, tattile, olfattiva. Mi piace nei miei progetti partire da lontano, passeggiando nei dintorni per osservare, fare due chiacchiere con gli abitanti del luogo, guardare la luce in varie ore del giorno.

Passeggiando nei dintorni si possono cogliere quelle sfumature che, una volta che si inizia a pensare allo spazio, ai colori, ai dettagli, riemergono inconsciamente e guidano la mente e la mano verso una progettazione consapevole. Può sembrare semplice, un po’ naif, ma nel mio caso, non riuscirei a farne meno. Un progetto d’interni si sviluppa sulla personalità e sulle esigenze dei committenti.

Saper ascoltare, porsi quale intermediario tra i desideri e la creatività, far conoscere e riconoscere eventuali limiti, raccontare il perché di un consiglio, la storia e l’applicazione di un materiale che a mio modo di vedere va sempre rispettato, un determinato tipo di illuminazione, creare una serie di ipotesi di arredo e soluzioni volte a soddisfare i requisiti legati a funzionalità, estetica e budget.

La vera forza di un progettista d’interni è quella di accogliere tutte le richieste e i desideri, valutarli con attenzione e onestà intellettuale e trasformare tutto questo in un luogo da vivere. Nello stile narrativo è un po’ come leggere un libro e riuscire a condensare il tutto in un riassunto dello stesso.

Ma vediamo in sintesi quali sono i passaggi essenziali di un progetto d’interni.

Per prima cosa come vi dicevo è necessario individuare le necessità progettuali. Ciò significa avere ben presente, ad esempio, quante camere si vogliono, quanti bagni, locali di servizio, cucina open space oppure separata e in base a queste indicazioni iniziare a ragionare sulle disposizione interne.

A questo punto è utile ragionare sul budget a disposizione per vedere se sono possibili interventi migliorativi quali ad esempio la climatizzazione della casa o un impianto di allarme o un impianto di domotica, oppure limare il progetto cercando di soddisfare i requisiti richiesti in un bilanciamento corretto tra estetica e funzione. Una volta che si è a questo punto, vari incontri in cantiere e in studio tra il progettista e la committenza portano l’idea allo stato definitivo su carta, valutando arredamento, illuminazione, funzionalità e si è pronti per iniziare.

Una serie di quotazioni relative i lavori di muratura generale, impiantistica, operai specializzati per pose e decorazione, arredi e illuminazione sono importanti per cercare di non avere sorprese e un buon capitolato dei lavori è l’unico strumento che ci permette di non avere troppe sorprese, se non variazioni in corso d’opera definite e richieste.

In tutto questo un buon progettista d’interni dev’essere libero di apportare la sua esperienza e il suo “occhio” laddove la committenza non riesce ad arrivare e pur sembrando una cosa ovvia alle volte non lo è.

In molte situazioni il piacere, il desiderio, la voglia di dare un’impronta personale da parte della committenza ha come unico risultato quello di avere, al termine dei lavori, una casa come tante, dove non si vede la mano del professionista. Che non deve essere la propria mano ma la trasposizione della lettura dei desideri della committenza che passando attraverso gusto, stile ed esperienza sfocia in risultati alle volte inaspettati, in positivo, e davvero molto personali. E’ un passaggio fondamentale, da non dimenticare. Colori, finiture, arredi sono un divenire semplice se il programma di lavoro nasce con la giusta progettualità degli spazi e l’esperienza del progettista, lasciato libero di lavorare, permette davvero di godersi la nascita della casa e di vivere un’esperienza positiva, non togliendo nulla alla propria professione e al tempo libero.

Le case sono momenti meravigliosi, sono luoghi da vivere, guardare, annusare. Una bella casa è puro piacere, il pensiero della casa che diviene desiderio e luogo di vita, la nostra vita, perchè le case sono fatte per viverci, e viverci bene.

Paolo Tonelli

www.paolotonelli.com

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