Consulta della cultura, Casabianca si tira indietro: “Rischio pressioni indesiderate”

23 luglio 2018 | 11:32
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Consulta della cultura, Casabianca si tira indietro: “Rischio pressioni indesiderate”
Consulta della cultura, Casabianca si tira indietro: “Rischio pressioni indesiderate”
Consulta della cultura, Casabianca si tira indietro: “Rischio pressioni indesiderate”

Il presidente del Coordinamento delle associazioni cittadine contesta il progetto dell’amministrazione comunale

Sanremo.“Sono molto perplesso”. Non è ancora nata che Giacomo “Mino” Casabianca, referente del Coordinamento delle associazioni cittadine, si tira indietro dal progetto di una consulta comunale della cultura.

Il già presidente della Famija Sanremasca – storica istituzione culturale matuziana che ogni anno assegna il premio al cittadino benemerito, i premi San Romolo e ai Consoli del Mare – sarebbe, a ragion di regolamento approvato dalla Giunta, potuto essere il primo presidente della Consulta.

“Avremmo voluto come Coordinamento dare una mano al Sindaco – spiega Casabianca -, il quale ce l’aveva richiesta dopo il ritiro della delega alla cultura nella crisi della Giunta del 2017″.

“Su invito del Sindaco stesso e dell’allora segretario generale Concetta Orlando, avevamo tempestivamente presentato una proposta di regolamento, redatto in forma semplificata, ritenuta troppo semplice dall’ufficio”.

“La stessa dottoressa Orlando di contro propose un regolamento del Comune di Pozzuoli sullo stesso tema, da adattare sulla realtà di Sanremo. Esaminato quel testo, complesso e sproporzionato alla necessità locale, ci impegnammo per adattarlo alle nostre esigenze”.

“L’improvvisa scomparsa del caro amico e consigliere Francesco Prevosto, che aveva preso a seguire con passione la redazione del documento e la sostituzione nell’incarico di segretario generale con il dottor Lamendola, fanno si che l’iter sia stato temporaneamente sospeso”.

“A quest’ultimo – prosegue l’ex presidente della Famija Sanremasca – si sottopose una nostra nuova proposta che, esaminata, è infine anch’essa stata ignorata, mentre invece viene redatto a cura dell’Amministrazione il regolamento che dovrebbe essere oggetto di attenzione di un prossimo consiglio comunale”.

La perplessità di cui faccio cenno qui inizialmente, peraltro condivise da numerosi esponenti delle associazioni culturali, nascono dalla considerazione della complessità, nonostante gli sforzi del Segretario capo – tesi a semplificare – di un organismo che in fin dei conti deve avere solo un valore consultivo.

“Senza contare le pressioni, già preannunciate, di intervento di associazioni che, pur interessate allo sviluppo culturale e turistico, vorranno entrare legittimamente a far parte della Consulta, ma con un peso politico/economico ben superiore a quello del Coordinamento di Associazioni per la Cultura che rappresentiamo, che sarà schiacciato così dalla preponderanza di temi scottanti, che saranno anche oggetto della prossima campagna elettorale.

“Lo dichiaro apertamente, può essere la mia un’opinione allarmistica e vorrei quindi sbagliare nella valutazione”.

Nello spirito democratico che aleggia nel Coordinamento – conclude Mino Casabianca – farò che sia discussa in seno all’Assemblea dei rappresentanti delle associazioni la proposta del Comune, la quale deciderà se proseguire sulla via della completa autonomia di pensiero e d’azione oppure aggregarsi, insieme a ben più robusti sodalizi, alla struttura amministrativa”.

Intanto, sembrerebbe già essere arrivato lo stop alla pratica da parte del primo cittadino.

Non a caso la commissione consiliare chiamata a riunirsi per discutere dell’argomento e prevista per il 23 luglio è stata rinviata a data da destinarsi. Non finisce qui, o forse sì?