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C’era una volta il mondiale e le sue scaramanzie portafortuna

17 luglio 2018 | 16:35
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C’era una volta il mondiale e le sue scaramanzie portafortuna

Dal tenere in mano cornetti rossi anti malocchio all’indossare la stessa maglia della squadra del cuore, ma anche da parte dei giocatori esiste un mondo fatto di fissazioni e gesti abitudinari

In Italia i riti scaramantici da parte dei tifosi in occasione di eventi calcistici della portata dei mondiali o europei si sprecano, dal tenere in mano cornetti rossi anti malocchio all’indossare la stessa maglia della squadra del cuore, ma anche da parte dei giocatori esiste un mondo fatto di fissazioni e gesti abitudinari che si ripetono ciclicamente per portare fortuna. Vediamo allora una serie dei gesti più popolari e scaramantici di questi mondiali.

Riti scaramantici calcistici e numeri magici

Dal piccolo nastro rosso legato alla caviglia sinistra di Lionel Messi, che ha regalato all’Argentina la qualificazione agli ottavi di finale della Coppa del Mondo in Russia, al piede destro di Cristiano Ronaldo che è sempre il primo ad oltrepassare la linea di bordo campo, durante la Coppa del Mondo 2018 ogni campione e squadra sembrano avere un loro rito portafortuna.

Il portiere belga ha l’abitudine di toccarsi il mento non appena parte l’inno e la telecamera lo inquadra. Se facciamo un tuffo nel passato, precisamente al 1998, l’immagine più iconica rimasta impressa nella mente dei tifosi francesi e che ha fatto il giro del mondo è stata quella della finale della Francia contro il Brasile, in cui prima del fischio d’inizio, Laurent Blanc si avvicinò a Fabian Barthez, l’ex portiere del Manchester United per dargli un bacio sulla nuca.

Il nostro Marco Tardelli, nella finale del 1982 della Nazionale contro la Germania si presentò in campo con un
santino infilato nel parastinco ed Eusebio era solito nascondere una moneta nella scarpa. Nei mondiali del 2006, invece, il rito più chiacchierato fu quello di Gattus,o che prima di ogni partita era solito andare in bagno e sfogliare due pagine di Dostoevskij. La superstizione in campo calcistico è legata a una serie infinita di miti e le leggende che circondano anche alcuni numeri, spesso menzionati nell’infanzia e che permangono fino in età adulta: oltre l’80% delle persone che hanno un numero fortunato ammette di aver avuto lo stesso per tutta la vita.

Questo dato riportato nel sondaggio realizzato da Betway, ha rivelato come ad esempio nel Regno Unito il
numero più fortunato in assoluto sia il 7 e quello più temuto il 13, soprattutto se associato al venerdì. Come indicano le conclusioni del sondaggio, anche se non esistono prove certe che i numeri portino davvero fortuna non c’è dubbio che legarsi ad un numero fortunato possa aumentare la nostra fiducia e farci sentire più sicuri delle nostre scelte, soprattutto quando si pratica uno sport livello agonistico e si ha bisogno di un piccolo aiutino scaramantico.

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(Image source: Pixabay)

La mascotte di Russia 2018

Non solo gesti e numeri: non c’è mondiale che si rispetti infatti senza una mascotte portafortuna. La prima fu il leone Willie che nel 1966 portò gli inglesi a vincere l’unico mondiale della loro storia. Nel 1970 toccò a Juanito Maravilla, un bimbo messicano vestito di verde col sombrero, profeta della storica partita Italia-Germania 4-3 e dell’invincibile Brasile di Pelé. Nel 1974 i tedeschi vinsero i mondiali grazie alla doppia mascotte Tip e Tap, mentre nel 1978 l’Argentina diventò campione del mondo protetta dalla mascotte Gauchito, un bambino proveniente dalle Pampas e vestito con la maglia dell’albiceleste.

L’Italia del 1982 vinse con la mascotte Naranjito, l’arancia con i colori spagnoli che fu un vero portafortuna per il mitico Paolo Rossi e la squadra azzurra. Tornando a tempi più recenti , ricordiamo Zakumi, il simpatico leopardo bicolore bianco e verde, mascotte dei mondiali in Sudafrica del 2010 e Fuleco, l’armadillo che ballava la samba trasformandosi in un pallone da calcio nel 2014. Infine quest’anno a portare fortuna ai calciatori è Zabivaka, il lupo antropomorfo in pantaloncini rossi, maglia bianca con maniche azzurre e occhiali in testa, creato dalla studentessa di design Ekaterina Bokharova e mascotte ufficiale dei mondiali di Russia 2018.

Il lupo è stato preferito dal 53% dei partecipanti ad un sondaggio lanciato dalla FIFA, battendo altre due potenziali mascotte: una tigre che aveva totalizzato il 27% delle preferenze e un gatto che aveva raggiunto solo il 20% dei voti. Il lupo simboleggia colui che segna e dalla serie di azioni e di goal spettacolari che questo mondiale 2018 ci ha regalato, parrebbe aver fatto il suo dovere.
calcioooo

Intanto gli occhi dei più curiosi sono già puntati sulla prossima edizione della Coppa del Mondo, che si svolgerà in Qatar nel 2022 e sulla probabile misteriosa mascotte. Stay tuned…