Casa Serena, la disperazione di un utente per le condizioni della propria madre

Una storia di disperazione, emblema di più di un’esperienza negativa nella casa di riposo del Comune
Sanremo. Una storia di disperazione, emblema di più di un’esperienza negativa nella casa di riposo del Comune matuziano.
A sfogarsi è il signor Antonio Poderico: “Dopo l’ennesimo malore che mia mamma ha avuto in casa, avevo preso la decisione di farla ricoverare in una struttura protetta per fare in modo che fosse assistita h24 da personale qualificato. In data 18 gennaio 2018 si libera una camera presso la struttura pubblica di Casa Serena”.
“Purtroppo sono stato costretto presto a ricredermi sulla qualità professionale del personale medico e paramedico”.
“Ai primi di marzo viene ricoverata d’urgenza per una grave disidratazione, dalla quale viene conseguentemente ad avere un’insufficienza renale. Nonostante due volte abbia fatto presente alle infermiere della struttura che vedevo mia mamma un po’ assente e confusa. A seguito di questo ricovero ha preso un batterio intestinale. Rientrata in struttura, è rimasta circa tre settimane in “isolamento”, senza poter uscire dalla stanza senza poter accedere ai bagni. Oltre tutto, nei giorni di pioggia, i pannoloni sporchi venivano messi nello scatolone e tenuti in stanza”.
“A Maggio mia mamma viene nuovamente ricoverata per una polmonite, dopo che per tutta la notte si era lamentata fortemente per i dolori al petto e alla schiena”.
“Sabato 30 giugno – stando alla cronaca – lamenta forti dolori alla spalla e alla gamba destra. Non riesce più a muoversi. Mi chiama piangendo e mi precipito in struttura e la stessa infermiera risponde che quando arriverà il medico la guarderà”.
“Vado dalla caposala chiedendo del medico e mi viene detto che arriverà 8.30-9”.
“Ore 8.20 decido io di fare intervenire l’ambulanza, non è nulla di grave, fatti gli esami dovuti si vede che è semplicemente una forte periartrite. Potevano l’infermiera e la capo sala, rapportarsi in maniera più consona con l’ospite e i parenti?”
“Mi chiedo, inoltre, se sia salutare per gli ospiti rimanere in salone e in sala da pranzo con porte e finestre aperte, in balia di correnti d’aria, nell’indifferenza delle persone preposte”.
“Dopo tutto ciò sono perplesso sulla professionalità della struttura e vorrei che ci fosse un maggior controllo sull’operato medico”.
“Un encomio agli operatori socio sanitari disponibili e solerti alla necessità, anzi talvolta ripresi per eccesso di zelo”.
Antonio Poderico