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Sangue in strada a Sanremo, l’accusa per Verrigni è omicidio premeditato: rischia l’ergastolo

22 giugno 2018 | 16:59
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Alla base del delitto ci sarebbe una vendetta covata da anni per un presunto credito che Verrigni diceva di vantare da Foschini

Sanremo. È stato raggiunto da quattro coltellate, Ferdinando Foschini, il barista di 63 anni, ucciso ieri pomeriggio intorno alle 18,30 in via Padre Semeria a Coldirodi di Sanremo. Una all’addome, due al petto e è una per difesa alla mano destra.

Ad aggredirlo mortalmente sarebbe stato Alessandro Verrigni, artigiano edile di 42 anni: tra i due, in passato, c’erano state delle liti legate a presunti debiti della vittima nei confronti di Verrigni. Ad inchiodare l’artigiano 42enne sono state le testimonianze di diverse persone. Grazie ai testimoni oculari la polizia ha ricostruito l’omicidio. L’arma usata non è stata ancora ritrovata. Secondo testimoni sarebbe stato un coltellaccio da cucina con la lama di circa trenta centimetri, che il killer teneva nel bauletto del suo scooter Kimco.

Verrigni, in sella al mezzo, ha speronato Foschini, anche lui in moto: lo ha fatto cadere a terra, poi ha estratto il coltello e lo ha colpito più volte, uccidendolo. Per questo ora dovrà rispondere di omicidio premeditato, oltre porto abusivo di arma atta ad offendere: rischia l’ergastolo. A occuparsi del caso sono il sostituto procuratore Grazia Pradella e il procuratore aggiunto Barbara Bresci, titolare delle indagini.

In attesa dell’interrogatorio, il presunto killer resterà in carcere a Imperia, dove è stato trasferito stamane, dopo una notte trascorsa nella camera di sicurezza del commissariato di Sanremo. Lì era stato rinchiuso intorno alle 21,30, quando la polizia lo ha rintracciato mentre girovagava nei dintorni del supermercato di Pian di Poma, a Sanremo, poco lontano dal luogo del delitto. Verrigni indossava ancora indumenti sporchi del sangue della sua vittima.

Dopo aver commesso l’omicidio, l’uomo si era allontanato a bordo del suo scooter. La polizia temeva una sua fuga per questo è stata messa in atto una vera e propria caccia all’uomo che ha permesso agli agenti di trovare e fermare Verrigni in poche ore. Utili, se non indispensabili, sono state le telecamere di sorveglianza cittadina. Ferrigni, in scooter ma senza cellulare con se, si stava dirigendo verso la Francia. Dopo il fermo e prima di essere portata o in Commissariato a Sanremo, il presunto assassino è stato portato all’ospedale Borea per verniciare che nel sangue non fossero presenti sostanze stupefacenti.

Alla base del delitto ci sarebbe una vendetta covata da anni per un presunto credito che Verrigni diceva di vantare da Foschini: 900 euro per lavori fatti al bar. Verrigni per il Capodanno del 2008 aveva infranto le vetrine del bar di Foschini, per vendicarsi di quel presunto mancato pagamento.

Gesto ripetuto in altre occasioni. Il 3 maggio del 2008 Verrigni si era presentato nella notte a casa di Foschini minacciandolo, il barista aveva sparato due colpi di fucile, uno in aria e uno verso il basso, ferendo il muratore. Il caso finì in tribunale e si è concluso nel maggio del 2016: a Foschini venne riconosciuta la legittima difesa, Verrigni venne condannato a 7 mesi di reclusione, pesa sospesa e a un risarcimento di 10 mila euro per i danni al bar. Per coprire la cifra aveva ottenuto un prestito che lo avrebbe messo in difficoltà. Ieri l’epilogo di liti durate oltre 10 anni.