L’assassino di Fernando Foschini inchiodato da un testimone, sarà interrogato nelle prossime ore

22 giugno 2018 | 12:38
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L’assassino di Fernando Foschini inchiodato da un testimone, sarà interrogato nelle prossime ore
L’assassino di Fernando Foschini inchiodato da un testimone, sarà interrogato nelle prossime ore
L’assassino di Fernando Foschini inchiodato da un testimone, sarà interrogato nelle prossime ore
L’assassino di Fernando Foschini inchiodato da un testimone, sarà interrogato nelle prossime ore

Dopo l’omicidio, il presunto killer si era allontanato in sella al proprio scooter

Imperia. E’ stato trasferito stamane nel carcere di , dopo una notte trascorsa nella camera di sicurezza del commissariato di Sanremo, Alessandro Verrigni: il muratore 39enne accusato di aver ucciso, accoltellandolo mortalmente, Fernando Foschini, barista di 60 anni. Il presunto killer sarà interrogato nelle prossime ore dal pm Barbara Bresci, che dovrà decidere se convalidare o meno l’arresto dell’uomo.

Stando a quanto finora ricostruito dalla polizia, Alessandro Verrigni poco dopo le 18 di giovedì avrebbe avvicinato la vittima in via Padre Semeria, sulla strada che porta alla frazione di Coldirodi di Sanremo. A inchiodarlo la testimonianza di un passante.

Sia Verrigni che Foschini erano in sella di due scooter: si sono incontrati, fermati – forse dopo uno speronamento – e Verrigni ha estratto un coltello ed ha colpito Foschini. I due si conoscevano ed erano stati, in passato, protagonisti di altre liti. Il 3 maggio del 2008 Foschini, nel cuore della notte, aveva esploso verso Verrigni, che si era recato presso l’abitazione del rivale, alcuni colpi di fucile per una questione legata a presunti debiti legati a lavori di muratura che Verrigni diceva di dover ancora riscuotere da Foschini. Verrigni, dopo il rifiuto del barista di saldare i lavori gli aveva rotto le vetrine del locale.

Nel 2015 – a quanto riferiscono persone vicine al malcapitato – la causa di fronte al tribunale di Imperia sorta dopo l’episodio della sparatoria, si era conclusa a favore di Foschini. Il suo gesto era stato riconosciuto legittima difesa nei confronti di Verrigni che sarebbe stato scoperto a spaccare in più occasioni le vetrine del locale della vittima.

Dopo l’omicidio, il presunto killer si era allontanato in sella al proprio scooter. La polizia lo ha trovato un paio di ore dopo, mentre vagava nei pressi di un supermercato a Pian di Poma, poco lontano dal luogo del delitto. Verrigni, che nel corso della notte non ha proferito parola, aveva ancora addosso i vestiti sporchi del sangue del barista ucciso.