In Provincia è il giorno del giudizio per il salvataggio di Rivieracqua
Il presidente Mangiante: “Non ci sono novità, le azioni da parte dei creditori sono vecchie. Singolare che le notizie escano oggi”
Imperia.“Ci sono delle azione giudiziarie da parte dei creditori, ma non da oggi. Non ci sono elementi di novità. Trovo singolare che queste notizie escano proprio stamattina, ma non faccio considerazioni politiche, le faccio fare altri altri”.
Così il presidente di Rivieracqua, il commercialista chiavarese Gian Alberto Mangiante commenta le indiscrezioni giornalistiche, nel giorno del giudizio per il consorzio dell’acqua pubblica che rischia di saltare.
Torna, infatti, in Assemblea dei sindaci stamattina (ore 12) e poi in Consiglio provinciale (ore 13) la delibera “Salva Rivieracqua” slittata una decina di giorni fa. Si tratta di approvare una modifica all’articolo 45 della Convenzione tra Provincia e Consorzio idrico che permetta a Rivieracqua di mantenere la concessione anche in presenza di procedure concorsuali.
Secondo quanto trapela dovrebbe, comunque, arrivare il salvataggio.
“Per quanto riguarda il debito nei confronti di Amat – prosegue Mangiante – confermo che ci sono delle posizioni da sistemare, ma non mi risultano azioni da parte della partecipata del Comune di Imperia”.
Rivieracqua naviga, infatti, in un mare tempestoso con una passivo che si aggira sui 3 milioni di euro e insoluti nei confronti delle aziende creditrici che si ritrovano sull’orlo del baratro. Il 25 maggio scorso il provvedimento era stato ritirato su richiesta dei sindaci per consentire un maggiore approfondimento delle questioni di carattere tecnico – giuridico.
Sul piede di guerra ci sono i primi cittadini del Golfo dianese che temono una estate con le autobotti in piazza a causa della vetustità delle condutture in particolare quella del Roja che salta con l’innalzarsi della pressione dovuta all’aumento esponenziale di utenza durante i mesi estivi. Sui conti e sulle consulenze della società dell’acqua pubblica sta anche indagando la Guardia di finanza e alcuni suoi ex amministratori e consulenti sono indagati per un concorso truccato.