‘Il Casinò di ieri, oggi e domani’, lotta alle sale slot e investimenti sulla qualità le ricette contro la crisi
Il punto della situazione gioco d’azzardo dell’associazione ‘Civiltà e Progresso’ presieduta da Donato Di Ponziano
Sanremo. ‘Il Casinò di ieri, oggi e domani’. E’ stato questo il titolo del convegno che si è tenuto, questa sera, nella sala conferenze del Royal Hotel e dedicato alla memoria di due sindacalisti scomparsi di recente, Bruno Barbaro e Francesco Prevosto.
L’annuale appuntamento è organizzato dall’associazione ‘Civiltà e Progresso’, presieduta da Donato Di Ponziano, ex numero uno della Casa da Gioco sanremese, allo scopo di fare il punto sulla situazione dei Casinò italiani.
Ad intervenire sono state le maggiori personalità che ruotano intorno alla azienda più importante di Palazzo Bellevue. A partire dal sindaco Alberto Biancheri, ritornato da un viaggio di lavoro proprio per essere presente. Il presidente di Federgioco e componente del Cda del Casinò Municipale Olmo Romeo, il presidente della Provincia Fabio Natta, l’assessore al turismo Marco Sarlo e, tra il pubblico, molti sindacalisti.
Il ritratto venuto fuori dalla sintesi degli interventi dei protagonisti, tra i quali anche l’ex direttore del Casinò di Venezia Vittorio Rovà, è di un mutamento generale e irrimediabile del panorama nazionale dell’azzardo.
Un business che vale 110 miliardi di euro all’anno (più del settore auto e pubblicità messi insieme), da cui lo Stato trattiene solamente 10 miliardi. Una torta diventata enorme, all’interno della quale i Casinò italiani giocano ormai una parte minoritaria.
Basti pensare che Sanremo dal 2011 ad oggi ha dimezzato il proprio fatturato. Vive tuttavia in una posizione migliore di quella delle sue gemelle: Venezia e Campione, infatti, sono alla frutta, mentre grazie a politiche lungimiranti fatte di contenimento dei costi e obiettivo centrato sugli utili, il Casinò matuziano è riuscito a rimanere a galla.
“Spesso parliamo di partecipate – ha detto il sindaco Biancheri – e devo dire che il Casinò, malgrado tutto, si trova in una situazione di buona gestione. I dati degli ultimi giorni parlano di una riduzione del gap di inizio anno, passato da un -7% sulle previsioni di incasso ad un -3″.
Un segnale di rilancio potrebbe essere portato dall’apertura di The Mall, come ha descritto l’assessore Marco Sarlo: “Tra qualche mese arriverà il flusso di un milione di visitatori stranieri l’anno. Molti saranno cinesi e koreani, i quali amano giocare ai tavoli verdi”.
Il nodo dei problemi è stato messo a fuoco invece da Olmo Romeo che, in qualità di presidente di Federgioco, ha il polso della situazione italiana delle case da gioco: “Il mercato è diventato estremamente competitivo. Giochi online e la diffusione delle slot sono incontrollati. Da quando lo Stato ha capito che questo era un business così forte, ha contribuito alla diffusione illimitata del fenomeno”.
“Chiunque può giocare in qualsiasi momento, dove vuole, senza controlli sull’identità. Tutto ciò grazie al gioco online. A tal proposito ho richiesto – spiega Romeo – un incontro ufficiale al neo ministroMatteo Salvini (l’Interno è il ministero di riferimento per i Casinò), per spiegare subito quali sono i problemi che ci troviamo ad affrontare”.
E manco a dirlo, quei problemi arrivano proprio dallo Stato che impone regole severe ai propri Casinò, salvo poi lasciare incontrastata la giungla del gioco d’azzardo più comune: quello delle slot nei bar e delle scommesse online.
“Il dato sugli incassi è emblematico”, esordisce il presidente Di Ponziano. “Nel 2011 il fatturato del Casinò di Sanremo era di 96 milioni, nel 2017 è di soli 45. Questo dato è la dimostrazione, nel bene e nel male, che qualcosa è cambiato. Non si tratta di management, ma di una questione di portata generale”.
“Per salvare le case da gioco è necessario schierarsi contro la massificazione, centrando il Piano di sviluppo sulla qualità”.
“Fare concorrenza alle slot è come mettersi a fare commercio sfidando Amazon. Non è sugli introiti che bisogna giocare la partita – continua il presidente di Civiltà e Progresso – ma sulla qualità delle struttura, della clientela, del personale, dei croupier, del management“.
Un’argomentazione sostenuta anche da Vittorio Rovà. Tornato a parlare in pubblico dopo tre anni da quando ha lasciato Venezia, l’ex direttore ha elogiato il Comune di Sanremo per essere stato il “più lungimirante, con una visione di azienda corretta, improntata gli utili e non ai fatturati”.
“Il crollo delle municipalizzate italiane inizia nel 2010, quando è esplosa la concorrenza di Stato che è stata impossibile da sostenere. I grandi clienti dei tavoli verdi rimasti sono 225 in tutta Italia, non arriverà da loro nuova linfa per il settore.
La ricetta può essere una sola: una guerra vera nei confronti del gioco al di fuori delle mura dei Casinò“.