Trasferta tedesca per la sanremese Alessia Verrando: “Una gara di massimo livello, per me è un traguardo”

“Ero veramente agitata all’idea di essere di nuovo al via in una gara di livello mondiale. Questa volta una tensione ancor più forte considerato che gareggiavo in una gara di Coppa Del Mondo ma da U23”
Sanremo. Trasferta tedesca ad Albstad per la dinamica biker sanremese, Alessia Verrando, impegnata nella tappa del circuito World Cup di Mtb.
“L’obiettivo per quest’anno era raggiungere abbastanza punti per poter essere al via a questa gara, e quindi, primo colpo centrato. Per me essere lì era già veramente un grande passo avanti. Confrontarmi con il gotha femminile della mtb è sinonimo di gratitudine e soddisfazione” – dichiara.
Una vigilia difficile per Alessia. “Ero veramente agitata all’idea di essere di nuovo al via in una gara di livello mondiale. Questa volta una tensione ancor più forte considerato che gareggiavo in una gara di Coppa Del Mondo ma da U23”.
Il sabato appena arrivata la Verrando ripensa a due anni prima quando era al via della junior Series. Due giri
di prova. “Giro un po’ cambiato rispetto a due anni fa ma ancora più bello, duro e soprattutto reso molto tecnico per via delle condizioni meteo”.
Ed arriviamo al giorno della gara. Chiamata in griglia, dorsale 52 su 69. La tensione è altissima. Via. “Partenza buona: son riuscita a riportarmi abbastanza avanti, poi scivolate di qua e di la, tanto che tra tutte sembravano dei birilli in un campo da bowling. Qualche fastidio meccanico per via del fango e perdo di nuovo un po’ di posizioni. Ma fa niente si risale in bici e si pedala”.
Si rinizia a recuperare qualche posizione ma poi. “Eccoci alla regola dell’80% così dalla 23esima posizione in poi tutte ferme. Chiudo 36° nella mia prima esperienza in Coppa Del Mondo ma sono contenta lo stesso perché ripeto, solo il fatto di essere di nuovo qua, in una gara di massimo livello, per me è già un traguardo. Esperienza fantastica che sicuramente aiuta a crescere in tutti i sensi. Questa volta ringrazio mio papà perché senza il papà-autista non sarei potuta essere qua” – conclude.