Riviera Trasporti, altra condanna: risarcimenti per un milione a 53 dipendenti
E’ la seconda sentenza sull’annullamento della contrattazione integrativa
Imperia. Tempi duri per Riviera Trasporti e i suoi lavoratori. Questo pomeriggio il tribunale di Imperia, giudice Francesca Siccardi, ha accolto le motivazioni di 53 dipendenti difesi dagli avvocati Maria Grazia Gammarota e Manuela Delle Piane che avevano fatto causa all’azienda pubblica il cui consiglio d’amministrazione, nel 2014, aveva unilateralmente cancellato loro gli accordi del contratto integrativo, ovvero tagliato 350 euro mensili circa di aumenti salariali.
E’ la seconda pronuncia in questo senso dopo quella del luglio scorso quando ad aver ragione erano stati altri 50 lavoratori che si erano affidati ai legali del sindacato Faisa Cisal, mentre quella di oggi è stata una battaglia portata avanti in modo indipendente ma che ha registrato la vicinanza alla vertenza dell’Unione Sindacale di Base.
Nel 2014 la Riviera Trasporti, in una situazione molto complicata che perdura tuttora (un buco intorno ai 28 milioni di euro), era avvenuta la disdettata del contratto di secondo livello, decisione che aveva portato un folto numero di dipendenti a ricorrere in tribunale.
Dopo un’attesa di tre anni nel primo caso e quattro nel secondo, sono arrivate due sentenze di condanna alla restituzione di quegli aumenti negati dalla società partecipata dalla Provincia, dal Comune di Sanremo e dalla Regione (attraverso la Filse).
Si chiude quindi la fase dei processi di primo grado. Qual è lo stato dell’arte? Alcuni tra i ricorrenti affiancati dai sindacati hanno raggiunto un accordo con l’azienda, mentre altri 13 si sono costituiti in giudizio di fronte alla Corte d’appello di Genova.
Al di là della gioia di chi si è visto riconoscere giustizia, rimane una situazione fortemente complicata. Le due vertenze sul lavoro indebitano di fatto RT di altri 3,5 milioni. Come se non bastasse, nella società si vive da alcuni anni una spaccatura interna tra gli stessi lavoratori, divisi tra quelli che avevano rinunciato a fare causa, accettando una compensazione e quelli che hanno deciso di tener duro, portando dalla propria parte la ragione, due volte.