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M5S Sanremo: “La Regione ha bocciato la richiesta di Inchiesta Pubblica sul Biodigestore di Taggia: gravissimo!”

12 maggio 2018 | 17:59
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M5S Sanremo: “La Regione ha bocciato la richiesta di Inchiesta Pubblica sul Biodigestore di Taggia: gravissimo!”

“L’inchiesta pubblica avrebbe permesso un ruolo attivo dei cittadini e delle associazioni”

Sanremo. Il M5S Sanremo il 27 aprile nella conferenza organizzata a Taggia dal titolo: “Perchè no al biodigestore” aveva proposto una lettera con la richiesta di Inchiesta Pubblica da inviare in Regione, la lettera era stata firmata dal Sindaco di Taggia, dal vice sindaco, dai deputati, dai consiglieri del M5S e da numerosi cittadini presenti all’incontro.

L’inchiesta Pubblica avrebbe dovuto esaminare lo studio di impatto ambientale, i pareri forniti dalle pubbliche amministrazioni e le osservazioni dei cittadini.

L’inchiesta pubblica avrebbe permesso un ruolo attivo dei cittadini e delle associazioni nei processi decisionali proponendo anche soluzioni alternative.

La Regione ha detto no a tutto questo! Ed è molto grave!

I Pentastellati affermano: “Quindi se è vero che l’avvio della Inchiesta Pubblica rientra nella discrezionalità della Giunta Regionale sentito il responsabile del procedimento in oggetto è altrettanto certo che la negazione della Inchiesta per la procedura di VIA sul progetto di biodigestore di Taggia non è stata motivata in modo coerente con la normativa nazionale e il regolamento regionale. Infine la negazione della Inchiesta è stata firmata dal vice direttore Ambiente della Regione cioè da un funzionario pubblico mentre come afferma il regolamento regionale la decisione su indire e quindi anche su negare l’Inchiesta Pubblica è compito della Giunta Regionale non del dirigente. Insomma una scelta politica che la Giunta Regionale non ha avuto il coraggio di sottoscrivere scaricandola sul livello burocratico”.

Il giurista ambientale dottor Marco Grondacci dopo aver letto la lettera di diniego ricevuta dalla Regione afferma: “Intanto penso che l’inchiesta pubblica sul piano regionale non è stata una inchiesta pubblica vera e propria ma si è svolta con un unico incontro in Regione e non è stato nominato neppure un comitato della Inchiesta (non rappresentando il livello locale), ne almeno tre udienze pubbliche, ne un rapporto finale come peraltro prevede il regolamento regionale recentemente approvato saccheggiando la nostra proposta di legge peraltro”.

E ancora: “I piani di ambito e la relativa VAS non hanno avuto alcuna inchiesta pubblica ma sempre e solo osservazioni. Ora dovrebbe essere noto agli uffici regionali che il Piano Regionale è un piano di indirizzo e di criteri di localizzazione mentre sono i piani di ambito a definire le localizzazioni e le tipologie di impianti da decidere. Sotto il profilo del coinvolgimento del territorio nella forma della Inchiesta Pubblica è quindi semmai a livello dei Piani di Ambito che andava avviata”.

“Ma c’è di più l’inchiesta pubblica della VIA non fa riferimento alla pianificazione delle scelte ma ai progetti e quindi all’impatto che gli stessi producono sui siti specificamente scelti. E’ qui che si deve cogliere il livello di consenso e di problematicità della decisione che è il motivo per cui nascono le inchieste pubbliche”.

In conclusione, per ora ma ci torniamo in modo più approfondito:

1. l’unica Inchiesta Pubblica nominata come tale è stata fatta per il Piano Regionale e non è stata una vera Inchiesta come deriva dalla buone pratiche in materia, non solo ma all’epoca della approvazione del Piano Regionale non c’era ancora il regolamento regionale che è arrivato solo nell’agosto dl 2016. Se fosse stato in vigore il regolamento la consultazione del Piano Regionale (spacciata per Inchiesta Pubblica) sarebbe stata sicuramente diversa

2. non c’è stata Inchiesta Pubblica per i Piani di ambito che invece sono quelli dove si gioca la partita delle localizzazione e delle tipologie di impianti che poi è quello che interessa veramente al pubblico che partecipa alla Inchiesta che è inteso come comunità locale e non le associazioni ambientaliste.

3. non ci sarà Inchiesta Pubblica neppure sulla valutazione della compatibilità del progetto con il sito scelto che invece sarebbe stato la fase di vero interesse della comunità locale. Non a caso il regolamento della Inchiesta Pubblica (approvato con DGR 811/2016) afferma che: “una sempre crescente richiesta, proveniente non solo dalle associazioni ambientaliste ma anche dal privato cittadino, di avere un ruolo attivo nei processi decisori inerenti un bene – quale è l’ambiente –, dal carattere comunque finito ed in definitiva consumabile e scarso;
” E’ indiscutibile che solo a livello puntuale e progettuale (non di scelte di pianificazione regionale su area vasta) emerge il bisogno di controllo sociale attuato con la Inchiesta Pubblica. Infatti sempre il regolamento regionale sulla Inchiesta Pubblica all’articolo 5 prevede che: “Le udienze pubbliche hanno luogo presso il Comune nel cui ambito è localizzato il progetto ovvero presso quello maggiormente coinvolto”.

Il M5S: “La decisione di negare l’Inchiesta Pubblica è quindi stata una scelta politica, uno schiaffo al territorio, e al Sindaco del Comune di Taggia che l’aveva richiesta. Ancora una volta viene impedito ai cittadini e alle associazioni un ruolo attivo nei processi decisionali: il tutto è molto grave!”