La scalata ai porti turistici della Riviera, i monegaschi si fanno avanti per Baia Verde
Cala del Forte a Ventimiglia è nelle loro mani. Una fetta di Portosole agli inglesi della Reuben Brothers. Salvano il “made in” le eccellenze di Aregai e San Lorenzo
Ospedaletti. Il made in degli approdi turistici della Riviera dei Fiori potrebbe cedere un altro pezzo importante del settore nelle mani di investitori esteri. Nella città delle rose, da quando le cose iniziano a muoversi sull’incompiuto porto di Baia Verde, si sono fatti avanti già in quattro per capire in quali termini e modalità l’amministrazione comunale vuole procedere per portare a termine l’opera.
Secondo le ultime voci di “palazzo”, alla porta del sindaco sono andati a bussare, nelle scorse settimane, anche i monegaschi, non si sa di preciso se collegati alla Cala del Forte srl che ha rilevato, alcuni mesi fa, tutta l’operazione del porto degli Scoglietti di Ventimiglia. Oltre a loro, si sarebbero fatte avanti altre tre cordate, sempre “battenti” bandiera diversa da quella italiana, una delle quali ha pronta un’idea/progetto di massima.
La corsa è partita da quando il sindaco Paolo Blancardi ha dichiarato pubblicamente che per Baia Verde verrà fatta una gara europea basata sul project financing. A questo proposito gli uffici comunali di Ospedaletti stanno seguendo un’interpretazione più rigida rispetto a quella di Palazzo Bellevue a Sanremo – dove operazioni simili stanno andando avanti anche per il porto vecchio – ovvero verrà posto a base della gara il primo progetto depositato una volta pubblicata la manifestazione d’interesse dal Comune, passaggio conclusivo di una procedura che attende solo l’approvazione definitiva della variante urbanistica, per la quale sono già scattati i 60 giorni di tempo delle osservazioni.
Rimane però da risolvere il contenzioso pendente di fronte al Consiglio di Stato che deve decidere se le opere realizzate dal precedente soggetto attuatore debbano essergli rimborsate. Fattore da non sottovalutare: si tratta di milioni di euro che chi vuole investire dovrà o meno tirare fuori.
Guardando alla situazione attuale, scartando il “pasticcio” del porto turistico di Imperia, finito in un Mare nostrum giudiziario in cui sono definitivamente stati assolti i protagonisti principali dell’inchiesta della procura del capoluogo, e di cause civili, a salvaguardare il made in Italy sono rimaste le eccellenze di Aregai e San Lorenzo.
Dopo la consistente ricapitalizzazione di Portosole da parte del fondo di investimento britannico Ruben Brothers e in attesa di scoprire quale dei progetti su porto vecchio verrà scelto e mandato all'”asta”, è su Ospedaletti che si potrebbe giocare la nuova sfida della nautica turistica imperiese. Proprio ai monegaschi, i quali hanno già concluso sui 170 nuovi posti barca (fino a 65 metri di lunghezza) nella città di confine, fanno gola i circa 300 di Ospedaletti, buoni per espandere l’area di influenza verso levante.
Dall’altra parte però i numeri rimangono ben più importanti: 980 approdi conta Aregai e 365 di Marina di San Lorenzo che, a breve, verranno ridotti a 267 unità per lasciare spazio a posti fino a 40 metri di lunghezza. Di mezzo i 770 attracchi per gli yacht di Portosole e i 1122 di Imperia, tra i porti turistici più grossi del Mediterraneo.
Dato il principio che nella città delle rose la spunta “chi prima arriva”, la corsa al “migliore alloggio” è già incominciata.