Borgomaro, la Soprintendenza vuole spostare un dipinto del ‘500: parrocchiani e residenti sul piede di guerra

Dalla locale chiesa di Sant’Antonio Abate alla Pieve dei Santi Nazario e Celso
Borgomaro. C’è una comunità di parrocchiani e di residenti sul piede di guerra per il trasferimento di un’opera d’arte. Dalla locale chiesa di Sant’Antonio Abate, secondo quanto stabilito dalla Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio della Liguria, il “Polittico” cinquecentesco del De Rossi (tempera su tavola) a settembre verrà spostato nella Pieve dei Santi Nazario e Celso, in un’isolata comunità monastica.
Secondo quanto si legge in una missiva firmata da diversi realtà associative e culturali della zona: “Il 15 giugno del 2017 si svolse a Borgomaro un’assemblea pubblica alla quale panecipo un numeroso gruppo di cittadini e fedeli della Parrocchia di S.Antonio Abate oltre una rappresentanza della Comunità Monastica Benedettina di S.Nazario e Celso nella persone del padre Mazzola Mauro e padre Formentin Angelo. In tale sede emersero 1e seguenti considerazioni: a) la riconferma dell’impegno della Parrocchia e delle comunità parrocchiale di S.Antonio Abate relativo alla assunzione degli oneri finanziari già citati; b) la disponibilità della Comunita Monastica a non opporsi al collocamento dell’opera nella Chiesa di S.Antonio Abate nel Capolugo, a restauro avvenuto e dopo l’esposizione nella mostra “Restituzioni 2018” nel Palazzo della Venaria Reale”.
Chi si oppone al traferimento del “Polittico” sostiene anche che: “La collocazione urbanistica dell’opera in Borgomaro Capoluogo permette una fruibilita turistiea e religiosa migliore che in quella decentrata, solitaria e insicura della Chiesa di S.Nazario, sede di una piccola Comunita Monastica Benedettina dedita alla meditazione (non bisogna dimenticare i furti di balaustre in marmo ed altn’ atti vandalici perpetrati in tempi passati). Gia sul finire del 1928 l’allora Soprintendente Guglielmo Pacchioni, a seguito del trasferimento del Polittico nella chiesa di S. Antonio Abate, cosi ebbe a serivere al Vescovo di Albenga : “ La soluzione di privilegiare la maggiore Frazione del Comune ha i1 vantaggio di rendere la pittura più facilmente visibile agli amatori”.