Area24, fumata nera: slitta la decisione sul salvataggio, si fa largo l’ipotesi liquidazione
Ai soci prospettate due vie: il concordato preventivo in continuità o il fallimento
Santo Stefano al Mare. Fumata nera dall’assemblea di Area24, la società della ciclopista più ‘bella d’Europa’, riunitasi questo pomeriggio per approvare il piano concordatario predisposto dal consiglio di amministrazione guidato dal commercialista Giancarlo Ghinamo.
Ogni disposizione dei soci – Comune di Sanremo (rappresentato dall’assessore al bilancio Paola Cagnacci), Filse (la finanziaria della Regione) e Banca Carige – è stata rinviata alla settimana prossima. Per il bilancio si deve ancora attendere, quindi il Cda ha proceduto con la presentazione del piano concordatario in continuità, la strategia anziendale che dovrebbe mirare a trovare un accordo con le aziende creditrici volto a permettere il salvataggio dell’ente e la ristrutturazione del debito.
Sul tavolo si sono anche paragonate le due possibilità. Da una parte la via, appunto, del concordato, ovvero un’accordo in sede di tribunale tra creditori e debitore, con il quale si cerca di garantire i due interessi della continuità aziendale e il pagamento delle insolvenze.
Dall’altra, si è fatta largo l’ipotesi messa in liquidazione. Non sono ancora chiari tutti i debiti accumulati in questi anni dalla Spa a partecipazione pubblica (si parla di 18 milioni con le banche e circa 2 con i fornitori), ma una cosa certa è la cronica incapacità della società di fa fronte alla gestione ordinaria. La manutenzione della pista è passata da qualche mese sulle spalle dei Comuni costieri, i beni di proprietà di Area24, ex stazioni, parcheggi, progetti su nuovi punti ristoro, sono abbandonati.
Mettiamoci il fatto che la Regione sta seriamente ponendo le basi per il prolungamento della ciclabile verso levante, operazione che potrebbe essere base di partenza per una nuova società. Quindi perché non mandare in liquidazione la vecchia e pensare di ripartire da zero? E’ una domanda che frulla in testa a più di un amministratore pubblico.
Sarebbe una soluzione di quelle cosiddette lacrime e sangue. Arduo compito spetta alla politica: decidere in quale quantità farne versare agli ignari contribuenti.