“A Ventimiglia troppi affidamenti diretti”: l’ex segretario comunale D’Urbano teste al processo Cigna

15 maggio 2018 | 18:09
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“A Ventimiglia troppi affidamenti diretti”: l’ex segretario comunale D’Urbano teste al processo Cigna

Il processo è stato rinviato al 19 giugno, giorno in cui verranno ascoltati i testi della difesa

Imperia. “Gli affidamenti diretti o i lavori affidati in forma diretta in questo Comune (Ventimiglia, ndr) sono troppi, lo avevo già fatto notare già prima di questi episodi, invitando tutti gli uffici e tutti i dirigenti ad applicare il principio di rotazione”. Lo ha dichiarato nell’aula Trifuoggi del tribunale di Imperia, davanti al collegio presieduto dal giudice Donatella Aschero, Simona d’Urbano, ex segretaria comunale a Ventimiglia, sentita come teste nel processo a carico dell’ingegnere Cesare Cigna, 58 anni, dirigente dell’Ufficio tecnico comunale, accusato di abuso d’ufficio. Nella sua deposizione, l’ex segretario di Ventimiglia, ha sottolineato più volte come il numero di affidamenti diretti alle ditte fosse, a suo giudizio, eccessivo. Tanto che attraverso una circolare ad hoc, aveva chiesto ai dirigenti che cambiassero registro.

Oggi, in aula, sono stati ascoltati i testi del pubblico ministero, Alessandro Bogliolo: Simona d’Urbano, appunto, e Antonio Sonzogni, geometra dell’ufficio diretto da Cigna.
L’ingegnere, in sostanza, è accusato di avere affidato alcuni lavori a due ditte edili, la Fognini S.r.l. e la Tecnostrade S.r.l., nelle quali lavorava il figlio Rodolfo. Cinque le ipotesi di affidamento contestate al dirigente dell’Ufficio tecnico: tutti affidamenti diretti, come prevede la norma per importi dei lavori inferiori ai 40mila euro, nel corso del 2015. Due alla ditta Fognini (la ricostruzione di un muro sottostrada in località Roberto e quella di un muro nel cortile della scuola di Latte) e tre alla Tecnostrade: in via Pace, nella frazione di Grimaldi Superiore, in corso Genova e in via Dante per interventi atti ad eliminare pericoli per la viabilità. In tutti i casi si trattava di interventi “urgenti”, lavori di importi vari tra i 9mila e i 26.300,00 euro.

“Non sapevo che il figlio dell’ingegnere lavorasse per quelle ditte”, ha dichiarato il geometra Sonzogni, che ha poi anche ammesso, in un caso, di esser stato lui ad aver affidato il lavoro alla Tecnostrade: “Era un lavoro urgente, avevo un preventivo e ho interpellato la ditta”. Negli altri casi, invece, l’Ufficio tecnico aveva inviato a cinque diverse ditte la richiesta di un preventivo per determinati lavori, poi affidati a chi aveva inviato il preventivo più basso. “Inoltre”, ha spiegato sempre il geometra, “Non sempre tutte le ditte chiamate avevano la possibilità di intervenire immediatamente, quindi l’affidamento dipendeva anche dalla loro disponibilità”.

L’avvocato Marco Bosio, legale dell’imputato, ha letto una serie di nomi di ditte, diverse dalla Tecnostrade e dalla Fognini, alle quali, nel corso del 2015 il Comune di Ventimiglia ha affidato alcuni lavori con l’intento di dimostrare che, a fronte dei cinque affidamenti contestati, molti altri lavori erano andati a ditte che nulla c’entravano con la famiglia Cigna.

Il processo è stato rinviato al 19 giugno, giorno in cui verranno ascoltati i testi della difesa.