Vallecrosia, poche vocazioni e troppe spese: la scuola Sant’Anna rischia di chiudere

20 aprile 2018 | 13:41
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Vallecrosia, poche vocazioni e troppe spese: la scuola Sant’Anna rischia di chiudere

250 alunni resterebbero a casa. Giordano: “Grave problema, siamo preoccupati”

Vallecrosia. Poche vocazioni e dunque meno personale a basso costo. Spese sempre maggiori da sostenere. Sarebbero questi i motivi per i quali potrebbe chiudere, a breve, la scuola Sant’Anna di Vallecrosia che ospita attualmente 250 tra bambini e ragazzi, tra scuole materne, elementari e medie.

“Informati di quanto sta succedendo”, ha dichiarato il sindaco Ferdinando Giordano, “Ci siamo subito attivati e stamane abbiamo incontrato il provveditore agli studi Luca Maria Lenti. La situazione non è rosea, anche perché questi 250 alunni sarebbero da ricollocare in altri plessi scolastici, ma le iscrizioni sono ormai chiuse”.
A preoccupare sia il sindaco che la sua amministrazione, oltre ai disservizi, anche la questione occupazionale con il personale attualmente impiegato a scuola che si troverebbe a casa da un momento all’altro.

La scuola, aperta nel 1948, necessita di manutenzione, è vero, ma la richiesta delle istituzioni è che venga portato a compimento almeno il ciclo didattico, facendo completare il percorso scolastico agli alunni iscritti alla Sant’Anna.

Sul caso è intervenuto anche l’onorevole Flavio Di Muro (Lega), neo-eletto alla Camera dei Deputati: “Ho ricevuto dall’assessore Emidio Paolino e dal sindaco Ferdinando Giordano una telefonata che mi parlava dell’incontro avuto con il provveditore in merito alla paventata chiusura dell’istituto Sant’Anna”, ha dichiarato Di Muro, “Ho dato loro la mia disponibilità ad approfondire il tema, conscio che interessa molte famiglie di Vallecrosia e non solo. Se questo ha a che fare con qualche decisione avvenuta a Roma in qualche ministero, essendo io sono stato eletto dal territorio dell’estremo Ponente per rappresentare questo tipo di istanze, cercando di risolverle a Roma, ho dato la mia disponibilità ad incontrare le istituzioni e, se è il caso anche le famiglie, per occuparmi della questione nelle sedi romane”.