Rivieracqua, l’assemblea del piano di rientro è senza sindaci: 6 milioni di sofferenze da colmare

11 aprile 2018 | 11:58
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Rivieracqua, l’assemblea del piano di rientro è senza sindaci: 6 milioni di sofferenze da colmare
Rivieracqua, l’assemblea del piano di rientro è senza sindaci: 6 milioni di sofferenze da colmare
Rivieracqua, l’assemblea del piano di rientro è senza sindaci: 6 milioni di sofferenze da colmare
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Rivieracqua, l’assemblea del piano di rientro è senza sindaci: 6 milioni di sofferenze da colmare
Rivieracqua, l’assemblea del piano di rientro è senza sindaci: 6 milioni di sofferenze da colmare

Il sindaco Biancheri colpito dalla scarsa partecipazione. La Provincia minaccia il ritiro della concessione

Sanremo. C’è un numero legale risicato dei sindaci nell’assemblea fondamentale sul piano di rientro di Rivieracqua, la società consortile che gestisce il servizio idrico integrato della provincia. L’intervento del sindaco Alberto Biancheri, in apertura della conferenza – l’unico che i giornalisti hanno potuto ascoltare prima di essere allontanati – è stato di amarezza per “un momento fondamentale come questo che meritava maggiore attenzione”.

Fuggi fuggi anche per il comitato tecnico, l’organo del consorzio che decide su molte delle pratiche importanti e che non trova volontari per il rinnovo dei membri.

Ma è lo spettro del ritiro della concessione che spaventa veramente i lavoratori (presenti in sit-in) e i sindaci. La Provincia infatti ha inviato nei giorni scorsi una lettera al Cda presieduto da Gian Alberto Mangiante con la quale si avverte sul rischio che alla società possa essere ritirata la concessione.

Motivo: prima di andare in concordato preventivo si poteva seguire la via di cercare di ottenere dei finanziamenti da un fondo nazionale per le imprese di servizi in difficoltà finanziarie. La procedura comcorsuale poi provocherebbe la decadenza automatica.

La Provincia vuole anche avere maggiori certezze sul rendiconto economico, la cosiddetta due diligense (in italiano la verifica dei dati del bilancio di una società).

Se dovesse questo scenario diventare concreto e il ritiro della concessione avere luogo, i Comuni non potrebbero più gestire il servizio per almeno 5 anni. Significa dire addio all’acqua pubblica e aprire le porte al privato con la gara europea.

Le sofferenze da coprire ammonterebbero in totale circa sei milioni: tra fornitori e risultati di gestione.

Rimane il nodo dei primi cittadini che non pagano quanto devono a Rivieracqua (altri hanno dei crediti) e una bollettazione in stallo che compromette ulteriormente le possibilità di rientro.