In Liguria l’alloro accademico ha ancora un valore? I dati Istat

15 aprile 2018 | 08:43
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In Liguria l’alloro accademico ha ancora un valore? I dati Istat

Nel 2017 l’80% dei laureati liguri ha trovato un’occupazione: una buona percentuale, vicina a regioni in cui notoriamente la situazione lavorativa è più rosea

Liguria. Quanto valore ha la laurea in Italia? Una domanda posta centinaia di volte che però fatica ancora a trovare una risposta valida. In nostro soccorso interviene l’Istat con i suoi recenti dati sulla differenza di tasso di occupazione tra laureati, diplomati, possessori di licenza media ed elementare, che ci permettono di osservare la situazione anche dal punto di vista regionale.

I dati, relativi al 2017, parlano chiaro: essere in possesso di un diploma di laurea fa, lavorativamente parlando, la differenza. E’ sotto gli occhi di tutti il fatto che per un giovane laureato sia più semplice trovare un’occupazione rispetto ad un coetaneo in possesso di un titolo di studio inferiore. Ma di quanto è la differenza? I punti percentuali di distacco tra un laureato e un diplomato sono 14 e ovviamente aumentano nel caso ci si limiti a possedere un titolo di studio elementare e di scuola media. Si tratta di centinaia di migliaia di posti di lavoro che il giovane laureato ha a propria disposizione, ma a cui la restante fetta di popolazione non ha accesso.

In Liguria l’80% delle persone che hanno ottenuto l’alloro accademico ha attualmente un’occupazione. Una buona percentuale, molto vicina a regioni in cui notoriamente la situazione lavorativa è più rosea, come ad esempio la Lombardia che raggiunge una percentuale dell’85% di laureati con un posto di lavoro fisso dopo il conseguimento del titolo universitario.

I dati forniti dall’Istat evidenziano che sono pochissimi gli individui con licenza elementare che oggi possono vantare un lavoro, nella nostra regione la percentuale è fissata al 40%, ma nel Sud Italia la situazione si fa ancor più drammatica: i picchi più bassi si registrano in Sicilia in cui solo il 23% delle persone in possesso di titolo di studio elementare ha un posto di lavoro fisso, segno che la maggior parte degli abitanti è disoccupata o attualmente in cerca di occupazione.

La percentuale sale per quanto riguarda i diplomati. In Liguria il 69% di coloro che hanno interrotto gli studi al termine della scuola superiore ha oggi un lavoro fisso. Peggior regione in questo caso è la Calabria, con una percentuale del 46% di occupati in possesso di diploma.

Anche davanti alla crisi mondiale che si è abbattuta sulla Penisola nel 2007 i laureati si sono dimostrati “più forti”. Infatti, per questa categoria, la perdita di posti di lavoro è stata contenuta rispetto ad individui con un titolo d’istruzione inferiore. I possessori di titolo universitario sono inoltre riusciti a riprendersi più rapidamente, tornando ai livelli registrati antecedentemente alla fase di squilibrio, mentre per tutti gli altri la strada da percorrere per recuperare è ancora molto lunga e tutta in salita.

L’Eurostat però evidenzia come nel Bel Paese meno di 1 italiano su 6 sia in possesso di laurea e dopo di noi, a livello europeo, c’è solo la Romania. La percentuale di laureati italiani nel 2017 è stata molto bassa, pari al 16,3%, dunque notevolmente lontana dalla media europea, fissata al 27,7%. Questa situazione si verifica per svariati motivi, tra le varie cause anche l’aumento del numero di poveri in Italia, ragion per cui sempre meno famiglie possono permettersi una spesa sostanziosa come quella richiesta dall’Università, a cui si aggiunge il mantenimento del figlio in una città lontana rispetto a quella d’origine. La laurea, per i meno abbienti, diventa un vero e proprio investimento, paragonabile ad un acquisto importante come quello di un’automobile o di un’abitazione.

Com’è risaputo, la situazione lavorativa non è attualmente delle migliori, quel che è certo è che la laurea, nella società odierna, rappresenta un vantaggio non da poco che quindi è meglio possedere per evitare di farsi trovare impreparati.