Il M5s Sanremo chiede al sindaco di Taggia di aderire all’inchiesta pubblica sul biodigestore

14 aprile 2018 | 19:45
Share0
Il M5s Sanremo chiede al sindaco di Taggia di aderire all’inchiesta pubblica sul biodigestore

La proposta sarà formalizzata durante l’incontro del 27 aprile a Villa Boselli e arriva dopo che Conio ha lanciato l’allarme sulle prospettive della discarica Lotto 6

Taggia. “Perché no al biodigestore”: è il titolo dell’incontro pubblico organizzato dal Movimento 5 stelle Sanremo e l’associazione “Laboratorio cittadino”, in programma il 27 aprile a Villa Boselli (ore 21).

Con relatore Marco Grondacci, giurista ambientale, interverranno i parlamentari del M5s Leda Volpi e Matteo Mantero e la portavoce regionale Alice Salvatore.

«L’incontro – affermano i pentastellati – è aperto a tutti e l’invito è rivolto anche ai Sindaci della provincia di Imperia. Nella serata si parlerà dell’aspetto tecnico, giuridico, sull’impatto sulla salute e sul territorio del biodigestore. Verrà chiesto al sindaco di Taggia Mario Conio (che sarà presente) di aderire come primo firmatario alla richiesta in Regione dell’avvio di inchiesta pubblica sul progetto del biodigestore». La proposta arriva dopo che il sindaco Conio ha lanciato l’allarme sulle prospettive della discarica Lotto 6 di Collette Ozotto.

«L’inchiesta pubblica – sottolineano – può essere richiesta alla Regione quando i progetti hanno rilevanza e significatività sotto il profilo industriale, economico e che possono produrre impatti significativi negativi, come in questo caso. L’inchiesta pubblica è per coinvolgere la cittadinanza. L’inchiesta pubblica esaminerà lo studio di impatto ambientale, i pareri forniti dalle pubbliche amministrazioni e le osservazioni dei cittadini. Quindi, ci sarà un ruolo attivo dei cittadini e delle associazioni nei processi decisionali proponendo anche soluzioni alternative».

L’esperto Grondacci aggiunge: «Il biodigestore è un impianto di gestione rifiuti con rischi sia ambientali che incidentali. La scelta del sito di Taggia è stata condotta con il solito metodo per cui prima si sceglie la tecnologia e poi la si rende “compatibile” a prescindere dalla specificità del sito come pure delle alternative nella chiusura del ciclo dei rifiuti urbani e assimilati».