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Disturbo evitante di personalità: timore delle critiche, la radicata convinzione di valere poco

12 aprile 2018 | 08:16
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Disturbo evitante di personalità: timore delle critiche, la radicata convinzione di valere poco

E’ caratterizzato dall’estremo timore del giudizio negativo, della critica e dell’esclusione e da un profondo senso di inferiorità e disistima. Sintomi e terapia

E’ un disturbo di personalità che si manifesta con una marcata inibizione sociale con sentimenti di inadeguatezza ed ipersensibilità ai giudizi negativi.

Tale disturbo esordisce solitamente nell’adolescenza caratterizzata perlopiù da isolamento, timore degli estranei e delle novità. Seppure la timidezza appartenga agli adolescenti in genere, questa tende a svanire gradualmente con la crescita mentre permane negli individui affetti da Disturbo evitante di personalità.

La caratteristica peculiare dei soggetti con Disturbo evitante di personalità è l’estrema sensibilità al rifiuto, che determina i loro comportamenti patologici.

Questi individui, infatti, evitano ogni tipo di contatto sociale non perché lo rifiutano in quanto tale, ma perché temono di essere respinti; solo quando sono certi di piacere si sentono abbastanza sicuri da intraprendere una relazione. Tipiche sono la riluttanza nel fare confidenze, la timidezza esasperata e l’inibizione sociale. Parlare in pubblico li spaventa, cosi come trovarsi al centro dell’attenzione o avere contatti stretti con altre persone.

Tutto questo spesso li porta a rifiutare posizioni di responsabilità impieghi che richiedono un grado troppo elevato di interazione sociale. L’esperienza delle persone con Disturbo evitante si struttura attorno a sentimenti di ansia e vergogna. Ogni occasione sociale è motivo di ansia a causa del timore dell’umiliazione e del dolore che un rifiuto causerebbe.

Gli individui evitanti sono estremamente ansiosi di sapere che cosa gli altri pensino di loro, e possono interpretare come critiche anche osservazioni relativamente neutre. Esagerano i rischi della vita quotidiana e possono essere messi in crisi da qualunque situazione esuli dalla routine, anche se molto banale. Hanno una paura esagerata di essere inadeguati e di sentirsi in imbarazzo, e provano un sentimento misto di vergogna e paura ogni volta che devono rilevare aspetti intimi di se stessi.

Il Disturbo evitante di personalità è grave ed invalidante, se non curato limita notevolmente la vita e l’autonomia della persona che ne soffre ed è spesso associato ad altri disturbi psichiatrici.

E’ caratterizzato dall’estremo timore del giudizio negativo, della critica e dell’esclusione e da un profondo senso di inferiorità e disistima. Queste persone sentono di essere poco interessanti e di non avere quindi nulla da condividere con l’ altro. Faticano a condurre una conversazione per la convinzione di possedere idee di scarso valore, i loro pensieri, desideri e punti di vista non possono essere condivisi ed esposti per estremo timore di critica. Sono soggetti che desiderano profondamente il contatto sociale ma provano un intensa ansia sociale. Questi pazienti sono convinti che incontreranno solo rifiuto e giudizio e ciò li esporrà a sentimenti d’imbarazzo e vergogna. In questa situazione d’isolamento svilupperà interessi che possono essere vissuti da soli, come la lettura, il collezionismo o lavori manuali.

Oggi è frequente che stabiliscano relazioni virtuali attraverso i social network. Nonostante questi meccanismi di difesa, che consentono a questi soggetti di sperimentare sensazioni positive, il senso di deprivazione e di esclusione può determinare vissuti di vuoto, tristezza e di solitudine che sono poi l’innesco per la depressione. Le relazioni con i famigliari più intimi rimangono le uniche fonti di rassicurazione e di contatto e sono spesso improntate a dipendenza.

La richiesta di trattamento si determina quando i sintomi di ansia sociale diventano troppo forti o compare la depressione. Più raramente la richiesta scaturisce da una consapevolezza di un loro modo disfunzionale di affrontare le relazioni interpersonali.

Superare il Disturbo evitante di personalità è possibile attraverso un trattamento basato sulla terapia farmacologica e sulla psicoterapia. Il percorso di psicoterapia può essere effettuata sia a livello individuale che di gruppo con l’obiettivo di aiutare il paziente a gestire l’imbarazzo all’interno delle situazioni sociali e ad affrontare quindi con meno timore le relazioni con altre persone.

Questi pazienti devono imparare a riconoscere in modo corretto l’atteggiamento degli altri nei loro confronti, diventando consapevoli del fatto che la disapprovazione o la critica sono solo una delle possibili realtà con le quali si possono confrontare nella relazione.

La terapia farmacologica ha lo scopo di ridurre i sintomi che derivano dall’ansia sociale, grazie al fatto che alcuni antidepressivi serotoninergici possono migliorare gli aspetti fobico-sociali, diminuendo la sensibilità all’imbarazzo e la vergogna.

Altre volte la terapia farmacologica si rende necessaria per trattare la depressione che consegue all’isolamento e alle difficoltà nel costruirsi un contesto sociale piacevole e supporto.

Dott.ssa Daniela Lazzarotti

www.danielalazzarotti.com

www.facebook.com/dottoresalazzarotti