Chiusura istituto Sant’Anna di Vallecrosia, la Cisl: “Faremo il possibile per tutelare docenti e personale ausiliario”

27 aprile 2018 | 16:17
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Chiusura istituto Sant’Anna di Vallecrosia, la Cisl: “Faremo il possibile per tutelare docenti e personale ausiliario”

Alla base sembra esserci la volontà di “disfarsi” di tutte le sedi non in possesso del Certificato di Conformità e quindi di tutte le documentazioni antisismiche

Vallecrosia. Un’altra nube si profila sul tessuto socio-economico della cittadina: la paventata chiusura dell’Istituto Paritario Sant’Anna da parte delle Suore della Carità. Nonostante i 250 alunni attualmente frequentanti – dalla Scuola dell’Infanzia alla Scuola Secondaria di 1° grado – i vertici dell’Ordine religioso avrebbero deciso di chiudere la struttura. Alla base sembra esserci la volontà di “disfarsi” di tutte le sedi non in possesso del Certificato di Conformità e quindi di tutte le documentazioni antisismiche.

“Sebbene non ci siano, da quello che mi risulta – dichiara Antonietta Pistocco, Segretaria Confederale Cisl Imperia Savona con delega alla Scuola – motivi urgenti che possano determinare una chiusura improvvisa ed inattesa, come perizie certificate che attestino pericolosità dell’edificio o di parti di esso, e non siano stati predisposti progetti di ristrutturazione con relativa quantificazione dei costi, parrebbe evidente la volontà “romana” di chiudere la sede di Vallecrosia. Ricordando le parole di Santa Giovanna Antida Thouret, fondatrice della Comunità religiosa delle Suore della Carità, “L’educazione della gioventù sarà sempre considerata la più alta missione che Dio ci affida” , si comprende la gravità di quello che comporta l’abbandono del territorio da parte di un’importante e storica agenzia educativa nella nostra città.

Non tutto è chiaro nella gestione della vicenda – continua la Segretaria Cisl – Mi permetto, altresì, di far presente che nessuna comunicazione è ancora pervenuta alle Organizzazioni Sindacali firmatarie del contratto Agidae. La normativa prevede due casi di “causa di forza maggiore” che possono determinare un licenziamento collettivo: calo degli alunni, e non è questo il caso, e ristrutturazione dell’attività. Negli Istituti con più di 15 dipendenti si deve seguire una rigorosa procedura (Legge 223/91) che prevede l’esame congiunto della situazione tra rappresentanti dell’Istituto, Organizzazioni Sindacali, Ministero del Lavoro nelle sue articolazioni Provinciali e Regionali e Agidae.

Come forze sindacali certamente faremo tutto il possibile per tutelare e salvaguardare docenti e personale ausiliario, ma prima si dovrebbero anche esperire tutte le strade per arrivare ad una soluzione diversa da quella prospettata. Perché anche per un’azienda che fornisce formazioneistruzione-educazione non creiamo un “tavolo di crisi” a cui partecipino “azienda”, tutte le Amministrazioni coinvolte, le Istituzioni (anche quelle religiose), le forze politiche del territorio, le parti sociali, ecc.? Possiamo ragionare insieme condividendo preoccupazioni, scelte, proposte? Salvaguardare il benessere di tanti/e bambini/e e ragazzi/e (pensiamo per un istante a chi proveniva da Villa Palmizi e che ora rivive il trauma di perdere la propria scuola), venire incontro alle esigenze di tante famiglie, tutelare posti di lavoro, mantenere sul territorio un Istituto “storico” sono obiettivi condivisibili, possibili e realizzabili se si lavora tutti insieme”.