#100donnevestitedirosso all’Ariston di Sanremo con un inno contro la violenza di genere

6 aprile 2018 | 17:04
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#100donnevestitedirosso all’Ariston di Sanremo con un inno contro la violenza di genere

A guidare il flash-mob, che si terrà il 21 aprile, sarà l’artista Alessia Ramusino con un brano nato per ricordare il femminicidio di Melania Rea: “Yallah”

Sanremo. Il 21 aprilecento donne vestite di rosso travolgeranno il Teatro Ariston con un inno contro la violenza di genere. A guidare il flash-mob sarà l’artista genovese Alessia Ramusino con “Yallah”, brano composto nel 2011 per ricordare il femminicidio di Melania Rea e che in poco tempo, trainato da un ritornello che pone al centro due parole che la quotidianità ha spogliato del loro significato più essenziale, rispetto e amore, è diventato un manifesto internazionale per dire basta alla violenza sulle donne.

L’evento si inserisce nella giornata conclusiva del Festival mondiale della creatività nella scuola, il Gef, e approda a Sanremo dopo la “prima” al cimitero monumentale di Staglieno a Genova l’8 marzo scorso. Come in quell’occasione, trasformerà il teatro in una spettacolare scenografia dal forte impatto visivo ed emotivo: cento donne completamente vestite di rosso, il colore del sangue ma anche del richiamo alla vita, unite in un unico scopo: fermare ogni forma di violenza e diffondere la cultura del rispetto e dell’amore.

Ma non solo Genova. Alessia Ramusino arriva sul palco dell’Ariston con “Yallah” – dall’arabo forza, forza, muoviti – anche dopo una vicenda che ha coinvolto Michelle Hunziker e la 68esima edizione del Festival. «Per sei anni il brano è rimasto chiuso in un cassetto –  racconta la compositrice a Riviera24.it  –. L’ho reso pubblico con tanto di video soltanto lo scorso anno, in occasione della Festa della donna. Trovando molti estimatori, tra cui Regione Liguria e Comune di Genova, a dicembre 2017 ho così deciso di proporlo alla direzione artistica del Festival di Sanremo che mi ha anche consigliato di rivolgermi a un’associazione in favore dei diritti delle donne. Mi sono allora avvalsa della collaborazione della fondazione “Doppia difesa”, per altro presieduta dalla co-conduttrice Michelle Hunziker. All’inizio sembrava che il progetto piacesse, poi però mi è stato comunicato che la Hunziker non riteneva opportuno portare al Festival qualcosa legato all’associazione. Non me la presi, già il fatto di essere stata tenuta in considerazione mi rendeva entusiasta. L’umiliazione è arrivata dopo – confessa l’artista –, quando nel corso della quarta serata la Hunziker inizia a cantare “I maschi” di Gianna Nannini e viene via via interrotta da una serie di spettatrici. Sono rimasta agghiacciata, quel “siparietto” assomigliava molto a quanto da me realizzato nel video di “Yallah”. Mi sono sentita umiliata».

Poi però Alessia ha accantonato l’episodio e grazie all’incoraggiamento dell’assessore alle Pari opportunità di Genova, Arianna Viscogliosi, e dietro il suggerimento di una professionista sanremese appartenente all’associazione “Architette donne”, ha trovato ugualmente il modo di portare a Sanremo il suo inno contro il femminicidio, in occasione del quale sarà anche premiato Clayton Norcross: il volto storico di Thorne Forrester della soap opera “Beautiful” che riceverà un riconoscimento per l’interpretazione di “Senza far rumore”, pellicola filmografica di prossima uscita dedicata proprio alla lotta contro la violenza sulle donne.

«La vicenda del Festival – non mi ha scoraggiata – aggiunge la compositrice ligure –, e anzi il flash-mob che si è svolto al cimitero monumentale di Staglieno ha riscosso un successo tale che sono arrivate molte richieste per portarlo in tutta Italia: Bergamo, Milano, Roma e anche Reggio Calabria e Salerno. Stiamo valutando, l’organizzazione di un simile evento è molto complessa, ma ci proveremo», conclude Alessia Ramusino lanciando a tutte le donne della città dei fiori, e non, l’invito a prendere parte al suo flash-mob (per info, scrivere al gruppo Facebook #100donnevestitedirosso o alla pagina Alessia Ramusino)