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Ventimiglia, esasperazione alle Gianchette, nel quartiere “ostaggio” dei migranti: “Ora basta”

6 marzo 2018 | 06:30
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Ventimiglia, esasperazione alle Gianchette, nel quartiere “ostaggio” dei migranti: “Ora basta”
Ventimiglia, esasperazione alle Gianchette, nel quartiere “ostaggio” dei migranti: “Ora basta”
Ventimiglia, esasperazione alle Gianchette, nel quartiere “ostaggio” dei migranti: “Ora basta”

“Il campo abusivo va smantellato: vogliamo ordine e sicurezza”

Ventimiglia. Un centinaio di persone è sceso in strada ieri sera, nonostante la pioggia, per decidere come contrastare la presenza dei migranti nel quartiere delle Gianchette, ormai diventato quasi invivibile. Dopo la sassaiola tra clandestini che dal fiume si sono spinti sulla strada e hanno danneggiato auto e abitazioni, i residenti hanno deciso di dire “basta”.

“Tramite il sindaco, abbiamo deciso di chiedere un incontro con il prefetto che deve avvenire nella sala consigliare del Comune di Ventimiglia”, ha dichiarato il presidente del comitato di quartiere Mario Amarella, “E deve essere convocato urgentemente, perché qui la situazione è degenerata”. “Episodi così gravi ancora non ne erano successi, ma ora non è più possibile andare avanti. Questa situazione va avanti da due anni e mezzo e non ora siamo stanchi”, ha aggiunto Amarella, “Bisogna trovare una soluzione e se prefetto e questore non verranno a Ventimiglia, andremo noi a Imperia”.

La richiesta è una sola: “Smantellare l’accampamento abusivo che i clandestini hanno creato lungo le sponde del Roja per tornare ad avere una situazione di ordine e sicurezza”. Come? “Le soluzioni devono trovarle loro”, risponde Amarella, riferendosi alle istituzioni, “Noi così non possiamo più restare: la nostra sicurezza è al prima posto”.

Per dare un primo segnale, il sindaco Enrico Ioculano che ieri ha effettuato un sopralluogo in via Tenda “ha promesso che verrà istituita pattuglia fissa, 24 ore su 24, con un furgone di polizia a presidiare la zona”, ha aggiunto il presidente del comitato di quartiere: “Noi lo accettiamo ma non è una cosa normale”.