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Ventimiglia, dopo la sassaiola alle Gianchette il clima è teso: attivisti e migranti al lavoro per pulizia greto Roja

10 marzo 2018 | 09:00
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Ventimiglia, dopo la sassaiola alle Gianchette il clima è teso: attivisti e migranti al lavoro per pulizia greto Roja
Ventimiglia, dopo la sassaiola alle Gianchette il clima è teso: attivisti e migranti al lavoro per pulizia greto Roja
Ventimiglia, dopo la sassaiola alle Gianchette il clima è teso: attivisti e migranti al lavoro per pulizia greto Roja
Ventimiglia, dopo la sassaiola alle Gianchette il clima è teso: attivisti e migranti al lavoro per pulizia greto Roja

Tavoli dove disegnare e point per ricaricare i telefoni

Ventimiglia. Dopo la sassaiola tra migranti che ha travolto via Tenda, danneggiando auto e finestre, il clima che si respira alle Gianchette è teso. “Si è ulteriormente avvelenato”, dicono alcuni no borders, che segnalano anche un inasprimento dell’attiva “repressiva delle forze dell’ordine che ha subito una accelerazione: molto frequenti i fermi e le deportazioni di migranti verso Taranto”, scrivono.

“Ciò non ha fatto che aumentare il timore dei migranti che erano quindi restii ad abbandonare il campo informale sotto al ponte”, aggiungono gli attivisti, che per cercare di alleviare la tensione hanno allestito tavoli dove i migranti possono disegnare e colorare. “Ci si è anche attrezzati per ricaricare i telefoni cellulari sotto al ponte”, spiegano, “E sia i migranti che i solidali italiani e tedeschi del collettivo No Border No Problem si sono impegnati in una pulizia radicale dell’area dove è sorto l’accampamento”.

Una situazione non facile, quella che si vive a Ventimiglia, dove almeno centocinquanta persone restano all’addiaccio, sotto il cavalcavia della statale 20, in attesa di superare il confine con la Francia. Sono soprattutto eritrei e sudanesi, uomini, ma anche donne e bambini piccoli. Il quartiere delle Gianchette, che da oltre due anni vive l’emergenza immigrazione, ora è allo stremo: dopo alcuni episodi di violenza da parte di alcuni migranti, i residenti si sono rivolti al sindaco Enrico Ioculano per chiedere un incontro al prefetto Silvana Tizzano. Al rappresentate del Ministero dell’Interno sul territorio provinciale, i residenti formuleranno una richiesta precisa: sgomberare l’accampamento abusivo dei migranti sul greto del fiume Roja.