Sanremo, è l’anno dei record: la Clerici chiude il periodo del boom di ascolti e Biancheri guarda al Palafestival
Kermesse canora e Sanremo Young richiamano l’esigenza di strutture adeguate ai grandi show televisivi. Il sindaco: “Importante il coinvolgimento degli imprenditori locali”
Sanremo. Se l’epifania tutte le feste si porta via, con l’arrivo della Milano-Sanremo di ieri è calato il sipario dei grandi eventi che concentrano l’attenzione mediatica sulla città dei fiori. Festival, Sanremo Young, Corso Fiorito e Classicissima, gli ultimi due mesi sono stati una vetrina eccezionale, come ogni anno, anche se record come quelli di questo 2018 non se ne registravano da tempo.
E’ Biancheri che porta fortuna a Sanremo o è Sanremo che porta fortuna a Biancheri? Il Festival di Claudio Baglioni ha fatto registrare ascolti incredibili in ognuna delle cinque serate, lo stesso vale per il talent condotto da Antonella Clerici, nuova proposta della rete ammiraglia di Stato, che a sorpresa ha sbaragliato la concorrenza della programmazione televisiva. Ciliegina sulla torna, dopo 12 anni, è nuovamente un italiano a vincere la Classicissima di Primavera.
Se è vero che questo si può ricordare come l’anno in cui la Rai è tornata a scommettere su Sanremo, ora che la scenografia del Festival, adattata per Domenica In e Sanremo Young, sta per lasciare l’Ariston, si ripropone l’interrogativo di che futuro avrà il binomio Sanremo-Rai e Sanremo-Tv.
Milioni su milioni di telespettatori hanno fatto capire all’azienda di Viale Mazzini che la città ha bisogno, e in fretta, di una struttura permanente adatta per produzioni televisive di grande impatto. Il richiamo è suonato forte già in fase di predisposizione della convenzione con il Comune (anche qui il sindaco ha riportato il risultato di aver fermato l’emorragia incominciata con la giunta Zoccarato e che ha visto passare il contributo da 9 milioni fino a 5).
Dalla voce dei vertici Rai, di Paolo Bonolis e da ultimo di Claudio Baglioni (nelle sue dichiarazioni in qualità di “dittatore artistico”), si è resa evidente tutta l’insofferenza provata per gli spazi a disposizione nel Teatro Ariston – consacrato a tempio della musica – che non si prestano più alle esigenze scenografiche moderne.
Non è un mistero che la Rai guardi con interesse a quelle grandi arene dove si è tenuto negli ultimi anni l’Eurovision Song Contest, quindi strutture che vanno da 2 ad oltre 10 mila posti di capienza e consentono di realizzare un palcoscenico faraonico.
Quali sviluppi futuri quindi? Ad oggi il Comune ha in cassa poco più di 10 milioni di euro, vincolati alla realizzazione di un Palafestival, ma che per problemi di patto di stabilità non può investire in una botta sola.
E’ per questo motivo che il sindaco Alberto Biacheri sta vagliando le proposte di alcuni imprenditori privati che già si sono fatti avanti per partecipare alla progettazione e all’eventuale realizzazione di un nuovo mega teatro. Si punta a chiudere attraverso formule come il project financing e il leasing in costruendo – partenariati pubblico-privati – modelli che l’amministrazione sta utilizzando per altre grandi opere come il Palazzetto dello Sport, Porto Vecchio e il Parco Alfano.
Dove sorgerà il futuro concorrente del “Palais di Cannes” è uno dei pochi elementi dati per acquisiti. E’ previsto nel Puc nell’area del centro, sul lungomare Italo Calvino, zona ex stazione, dove già più volte in passato furono abbozzati progetti simili.
E’ notizia degli ultimi mesi che il sindaco abbia già incontrato alcune aziende che avrebbero dimostrato interesse nel progetto. Quello del Palafestival prevede comunque un lungo iter burocratico e procedurale, lontano anni dall’esser concluso. Nel corso dell’ultimo Festival, sollecitato dalle domande dei giornalisti, Biancheri aveva dichiarato che di un’opera del genere: “Va però studiata a fondo la gestione, prevedendone un suo utilizzo 365 giorni all’anno, motivo per cui sarà importante il coinvolgimento degli imprenditori locali”. E chissà che tra questi non si sia fatto avanti anche Walter Vacchino, che più di ogni altro avrebbe interesse a fare la sua parte nella costruzione di quel che magari può essere anche un “Ariston-bis”.
Ma quanto è reale la “minaccia” di un spostamento del Festival in caso di mancata realizzazione della struttura? Interpellato da Riviera24 il primo cittadino ha dichiarato: “Il Festival è Sanremo. Comprendo bene le esigenze tecniche e artistiche di sviluppo da parte della Rai, ma va sottolineato come proprio in questi ultimi quattro anni, pur affrontando le dichiarate difficoltà logistiche all’interno del Teatro Ariston, il Festival abbia visto una crescita esponenziale negli ascolti e nell’affetto del pubblico, tornando ad essere il principale evento televisivo nazional-popolare.
Questo però non esclude il fatto – aggiunge – che si debba fare una riflessione seria e approfondita sul Palafestival, perché per la città sarebbe una struttura i cui utilizzi e i potenziali benefici andrebbero ben oltre la settimana festivaliera”.