Lavoratori Trony ostaggio dell’azienda si incontrano alla sede Cigl Filcams di Imperia

21 marzo 2018 | 12:18
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Lavoratori Trony ostaggio dell’azienda si incontrano alla sede Cigl Filcams di Imperia

Non essendo formalmente licenziati, i lavoratori non possono accedere alla disoccupazione

Imperia. Venticinque lavoratori della Trony, di cui 14 dello stabilimento di Camporosso e 11 di quello di Imperia, si sono riuniti nella sede di via De Sonnaz della Filcams Cigl per iniziare ad avere notizie certe del loro destino dopo il fallimento della Dps Group del 15 marzo scorso.

Una situazione critica, quella dei lavoratori, che da un giorno all’altro senza alcuna comunicazione ufficiale, hanno trovato abbassate le saracinesche dei negozi dove ogni giorno si recavano a lavorare, percependo, nell’ultimo periodo, solo il 20% dello stipendio.

“Ancora oggi non siamo licenziati”, ha detto Adamo Giorgio, lavoratore del punto vendita Trony di Imperia, “Non abbiamo nessun tipo di possibilità di sapere che cosa siamo. Ad oggi siamo semplicemente sospesi dal curatore fallimentare: non abbiamo più una reale proprietà, la nostra proprietà è diventato il tribunale di Milano che gestirà quello che è il fallimento della società”.

E’ sempre il dipendente a raccontare quanto accaduto gli ultimi giorni: “Venerdì sera abbiamo avuto, via WhatsApp, un messaggio dove semplicemente ci veniva indicato di non accedere in nessun caso al punto vendita e che saremmo stati contattati in un secondo tempo. Verso le 22 di sera abbiamo poi ricevuto uno screenshot della mail ufficiale del tribunale nella quale veniva dichiarato che, ai sensi dell’articolo 72, non eravamo più di proprietà di DPS e Vertex perché tutto ormai era in mano al fallimento”.

Non essendo formalmente licenziati, i lavoratori non possono accedere alla disoccupazione e nemmeno trovare altre via di uscita alla situazione di stallo. Lo spiega Laura Ciccarelli della Filcams Cgil territoriale che ha convocato oggi i lavoratori per metterli in collegamento con il sindacato nazionale: “L’occasione è per iniziare a portare un minimo di trasparenza sulle azioni future che sarà necessario fare in tutela di queste persone”, ha spiegato la Ciccarelli, “Che venerdì si sono trovate la saracinesca dei propri negozi abbassata e un messaggio nel quale venivano messi in sospensione lavorativa, una sospensione che 99 su 100 non sarà neanche retribuita e non ci consente di avere nell’immediato nessun ammortizzatore sociale”.

Ostaggio di una società che li ha lasciati a casa, i lavoratori sono in attesa di una comunicazione ufficiale sul proprio destino lavorativo: “A quanto pare dovrebbe giungere comunicazione ufficiale di licenziamento”, ha aggiunto Laura Ciccarelli, “Ma allo stato attuale non siamo ancora in condizioni di dare una risposta precisa, anche perché il curatore fallimentare potrebbe decidere una procedura differente dalla cessazione del rapporto di lavoro”.