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Educazione cinofila, da cosa dipende la forza caratteriale del cane

19 marzo 2018 | 07:18
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Educazione cinofila, da cosa dipende la forza caratteriale del cane

Dipende da quanto il proprietario sa guidarlo per sviluppare gli strumenti e le competenze per vivere sereno nel mondo.

La forza caratteriale del cane dipende da quanto il proprietario sa guidarlo per sviluppare gli strumenti e le competenze per vivere sereno nel mondo.

Il cane impara, lo vediamo tutti i giorni, e capisce quello che può o non può fare attraverso quello che gli viene permesso di fare o non fare.
Ma il cane non è un robot che si programma premendo pulsanti o inserendo delle schede di comportamenti corretti (questo si – questo no).

Il cane è un essere senziente, prova emozioni e dolore, ed è capace di entrare in risonanza con lo stato motivo del proprietario, il quale funziona da esempio (almeno per i primi mesi della sua vita). Bisogna rendersi conto che tutto ciò che il cane impara a fare lo apprende da noi (dalle nostre abitudini) e dalla nostra guida verso le esperienze della vita.

Da questo punto di vista possiamo dire che se il proprietario si dimostra affidabile e intelligente, un vero e proprio leader che sa cosa fare e come gestire le diverse situazioni, il cane gli darà riconoscimento e lo accrediterà come tale. In caso contrario, il cane si dovrà sobbarcare la responsabilità della gestione delle diverse dinamiche quotidiane poiché non reputa il suo compagno umano adatto a farlo, ma questo ha un costo in termini di serenità.

Siamo cresciuti credendo che il cane debba obbedirci per il semplice fatto che gli forniamo “vitto e alloggio”, ma siamo sicuri che questo paradigma sia corretto e rispettoso verso tutte le forme di vita intelligente compresi noi esseri umani?

L’animale con cui condividiamo la vita ci offre occasione per creare una relazione di crescita reciproca, si vedano solo i principi della zooantropologia didattica che insegna ed educa i ragazzi al rapporto con “l’altro diverso da noi”. Quindi se il nostro compagno di vita è un cane timido e insicuro, va tutelato per evitargli traumi e per aiutarlo a sviluppare l’autostima e la sicurezza necessaria per stare sereno nelle diverse situazioni. Se è invece forte, va guidato per imparare ad esprimere il proprio carattere senza diventare un “bullo di quartiere”. Se io sono un proprietario ansioso o nervoso/reattivo, il cane imparerà a non fidarsi e a temere il mondo, imparerà che attaccare il nemico (cioè tutto ciò che preoccupa il suo proprietario) è la cosa migliore: “se il mio compagno umano è preoccupato, ci penso io!”.

Il proprietario che controlla ogni più piccolo movimento del cane, impedendogli di esprimere se stesso e il proprio carattere rischia di ridurre fortemente la capacità dello stesso di comunicare in maniera corretta con gli altri conspecifici, aumentando così il livello di stress associato al mondo e alla nostra presenza soprattutto.

I cani cosiddetti “problematici”, che non sono in grado di interagire con il mondo in modo sereno, sono un campanello d’allarme per il proprietario.
Per questo mi piace dire che il cane è un maestro, ci obbliga ad osservarci dentro, a fare attenzione a cosa di noi influisce sul suo comportamento e a modificare prima di tutto in noi quella determinata dinamica.

Ma la domanda a questo punto è: abbiamo voglia di metterci in gioco e modificare le nostre abitudini/modo di vedere le cose?

Dottoressa Marzia Massocco
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