Bordighera, all’Hotel Parigi il vino “perfetto”: servito il Bricco dell’Uccellone, Barbera d’Asti Nabuchodonosor 1997

1 marzo 2018 | 08:08
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Bordighera, all’Hotel Parigi il vino “perfetto”: servito il Bricco dell’Uccellone, Barbera d’Asti Nabuchodonosor 1997
Bordighera, all’Hotel Parigi il vino “perfetto”: servito il Bricco dell’Uccellone, Barbera d’Asti Nabuchodonosor 1997
Bordighera, all’Hotel Parigi il vino “perfetto”: servito il Bricco dell’Uccellone, Barbera d’Asti Nabuchodonosor 1997
Bordighera, all’Hotel Parigi il vino “perfetto”: servito il Bricco dell’Uccellone, Barbera d’Asti Nabuchodonosor 1997

Cena per giovani sommelier all’hotel sulla passeggiata a mare

Bordighera. “Colore rosso rubino molto intenso con riflessi granata. Profumo ricco, complesso, di notevole concentrazione e spessore. Sentori di frutta rossa e piccoli frutti, di sottofondo alcune spezie mentose, vaniglia e liquirizia. Sapore generoso, di gran corpo e notevole struttura, perfetto amalgama dei caratteri del vitigno e dell’apporto del legno, in un insieme di grande morbidezza e gran classe, lunghissima persistenza aromatica”. La presentazione del vino “perfetto” è quella del Bricco dell’Uccellone: punta di diamante dei vini prodotti dalla cantina Braida di Rocchetta Tanaro, in provincia di Asti, azienda di Giuseppe Bologna, titolare e responsabile della produzione.

Ieri sera, una bottiglia da 12 litri del Barbera d’Asti Nabuchodonosor 1997, “Cru”, Cantine Braida di Rocchetta Tanaro Bricco dell’Uccellone, è stata “stappata” in occasione della cena con i nuovi sommelier all’Hotel Parigi, alla presenza di Piero Sattanino, World’s sommeliers champion e coordinatore dell’Aspi Riviera dei Fiori, e del figlio Davide.

A puntare sul Barbera, elevandolo a vino “nobile” per cancellare la nomea di bevanda da osteria, fu dapprima Giacomo Bologna, padre di Giuseppe: “Lui era un sognatore”, racconta il figlio, “E aveva avuto l’intuizione che un giorno stappare una bottiglia di Barbera a distanza di 21 anni da quando il vino era stato imbottigliato, avrebbe provocato un grande piacere e stupore”. Ed è proprio quello che è successo al Parigi, quando intorno al “Bricco dell’Uccellone” (nome che richiama la figura della prima proprietaria del vitigno: una donna alta, magra, sempre vestita di nero e con un naso importante) si sono radunati i sommelier dell’Aspi Riviera dei Fiori.  Un formato importante, quello scelto per l’occasione: un “quarto di brenta”, per dirlo alla piemontese, di quelli che si conservavano in famiglia per la nascita di un figlio o per eventi di grande importanza, “perché la lunghezza della conservazione”, spiega Bologna, “è maggiore se il formato è più grande: allunga l’invecchiamento”. 21 anni: una sfida per il Barbera: esemplare talmente unico da non avere nemmeno un costo ipotizzabile. “Fa parte ancora del periodo antecedente al cambiamento climatico che abbiamo avuto con il 2002, annata pessima e chiave di volta nella produzione dei vini. Da quel momento abbiamo avuto solo annate calde, sciroppose e ricche, mentre prima erano decadi classiche, con due annate straordinarie, come quella del 1997, quattro o cinque mediocri e alcune difficili”.

Con i suoi 14 gradi, che per l’epoca erano tanti, e la sua sapidità il Bricco dell’Uccellone servito ai tavoli del Parigi ben si sposa con piatti saporiti, che siano essi primi o secondi.

A credere nella nobiltà del Barbera, ormai considerato un vino “cult”, non sono solo gli italiani: “Il 50% del nostro fatturato è composto da stranieri”, conclude il titolare delle Cantine Braida, “Ad essere molto interessati sono soprattutto paesi come Svizzera, Germania e Stati Uniti, poi il Giappone, cliente storico, al quale si sono affiancati Cina e Corea del Sud. Mentre nel nord Europa lo apprezzano svedesi e finlandesi”.

Lontano dall’immagine di vino da osteria, spogliato dalla veste rozza che lo contraddiceva, il Bricco dell’Uccellone è un grande vino, assoluto protagonista della cena dei giovani sommelier all’Hotel Parigi di Bordighera.