Aumentano i “neet” in provincia, il bordigotto Giacomo: “Bisogna rischiare prendendo le redini del proprio futuro”

18 marzo 2018 | 19:14
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Aumentano i “neet” in provincia, il bordigotto Giacomo: “Bisogna rischiare prendendo le redini del proprio futuro”

Dopo aver letto il nostro articolo sul sanremese Andrea, il 26enne Giacomo Rossetto ha voluto spiegare che non tutti i ragazzi vivono lasciandosi trascinare dalla corrente

Imperia. Dopo avervi raccontato la storia di Andrea, “neet” 25enne di Sanremo che ha attualmente deciso di non studiare e non lavorare, R24Young ha dato la parola ad un suo coetaneo di Bordighera, Giacomo Rossetto, che ha voluto esprimere la propria opinione in merito per spiegare che non tutti i ragazzi vivono lasciandosi trascinare dalla corrente, ma c’è anche chi, come lui, prende saldamente in mano le redini del proprio futuro, pronto ad affrontare sfide sempre più stimolanti.

Classe ’92, dopo aver conseguito la maturità scientifica al liceo Aprosio di Ventimiglia, si è laureato nel 2014 in Giurisprudenza all’Università Cattolica di Milano e nel 2016 ha terminato il proprio percorso di studi alla Utrecht University, situata nei Paesi Bassi, laureandosi in Banking & Finance. Attualmente ricopre il ruolo di vicepresidente dell’ “European democrat students” e lavora in una multinazionale vicino Brescia. Insomma, nonostante la giovanissima età il suo curriculum può essere definito di tutto rispetto.

Mi ha lasciato perplesso il discorso di Andrea – esordisce Giacomo -, dalle sue parole emerge una totale mancanza di prospettive e un’esperienza fortemente negativa. Nonostante siamo coetanei, il mio percorso è diverso rispetto al suo, più classico se così vogliamo definirlo; dopo aver conseguito la maturità sono andato via di casa per studiare all’università, ho dovuto lasciare la nostra provincia per potermi formare e avere delle opportunità che qui, molto probabilmente, non avrei avuto. Nonostante ciò il mio desiderio più grande è quello di poter tornare un giorno a vivere e lavorare nella mia terra, costruendo qui il mio futuro“.

Il “neet” sanremese addossava la colpa di questa sua condizione alla situazione lavorativa tutt’altro che rosea nella provincia di Imperia e il giovane bordigotto su questo punto lo appoggia pienamente: “Il contesto è innegabilmente problematico – sentenzia, aggiungendo però quella che secondo lui ne è la causa -. Credo che ciò si verifichi perché mancano le competenze che vanno costruite con la fatica e il duro lavoro. Niente piove dal cielo e nessuno ci regala niente, ma bisogna impegnarsi duramente per ottenere ciò che si vuole. Oggi viviamo in un mondo digitale in cui il luogo geografico conta poco o nulla, non ci sono più barriere e possiamo fare qualsiasi cosa, il primo passo però è formarsi nel settore che più interessa, ma soprattutto lanciarsi, bisogna rischiare, non si può restare fermi, temporeggiare e aspettare, bisogna cominciare a lavorare oggi per ottenere dei risultati domani. Anche io avrei preferito restare a casa, vicino alla mia famiglia e ai miei amici, invece sono andato lontano per imparare e spero quanto prima di far ritorno nella mia città per mettere in pratica ciò che ho imparato“.

Giacomo non crede che però l’unica strada per avere successo nella vita sia quella di conseguire un titolo di studio come la laurea: “Non tutti sono fatti per studiare e personalmente trovo ugualmente rispettabile sia chi decide di laurearsi, sia chi decide, una volta terminati gli studi superiori, di buttarsi nel mondo del lavoro. Conosco tante persone che a 18, 19 anni hanno cominciato il proprio percorso lavorativo dal momento che non trovavano alcuno stimolo nello studio e rispetto profondamente la loro scelta“.

L’esperienza di Giacomo vuole essere una testimonianza capace di motivare i giovani come Andrea: “Credo che persone di questo tipo vadano stimolate, mi sento in dovere di farlo e dovrebbe essere il compito principale dei genitori. Con mia mamma e mio papà ho un rapporto fatto di confronto quotidiano, mi hanno lasciato libero nel mio percorso, ma erano sempre pronti ad aiutarmi nel caso avessi dei dubbi“.

In conclusione, quale consiglio darebbe questo giovane in carriera ai suoi coetanei? “Fate ciò che vi piace. Quando una persona si alza dal letto la mattina deve sentirsi appagato e contento del proprio lavoro, credo che sia fondamentale. Andare a lavorare non deve essere vista come una tortura, ma bisogna intraprendere una professione che ci rende sereni e ci permette di costruire qualcosa di bello“.